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Covid, tamponi e viaggi: cosa dice la legge Ue

16 dicembre 2021 | 17.16
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L'Italia non ha violato il regolamento che ha istituito il certificato Covid digitale Ue, o Green Pass

Covid, tamponi e viaggi: cosa dice la legge Ue

Tamponi necessari per i viaggi dai paesi Ue verso l'Italia. E' legale? Imponendo a tutti i viaggiatori provenienti dagli altri Paesi Ue, anche ai vaccinati contro la Covid-19, di fare un test, rapido o molecolare rispettivamente 24 ore e 48 ore prima dell'arrivo sul territorio nazionale, il governo italiano non ha violato il regolamento che ha istituito il certificato Covid digitale Ue, o Green Pass. E neppure, almeno fino a prova contraria, pare aver violato le regole non notificando le restrizioni di viaggio alla Commissione Europea con 48 ore di anticipo.

Il regolamento Ue che ha istituito il Green Pass (2021/953), entrato in vigore l'estate scorsa, prevedeva già un meccanismo di 'freno d'emergenza', che ha ricordato fin dall'inizio la vicepresidente della Commissione Vera Jourova: gli Stati dell'Ue, prevede la legge Ue, non possono imporre ulteriori restrizioni di viaggio ai titolari di Green Pass validi, come quarantena, autoisolamento o test, "a meno che non siano necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica".

Si dovrà tenere conto, a tal fin, delle evidenze scientifiche, "compresi i dati epidemiologici pubblicati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc)". Ieri la direttrice dell'Ecdc, Andrea Ammon, ha detto che nella situazione attuale, la sola vaccinazione" anti-Covid "non consentirà di prevenire l'impatto della variante Omicron" del Sars-CoV-2.

Il testo del regolamento, all'articolo 11, fa esplicito riferimento ad una "variante del Sars-CoV-2 che desti preoccupazione o interesse", com'è la Omicron. Uno Stato membro, se adotta restrizioni aggiuntive nei confronti dei titolari di Green Pass valido, "ne informa di conseguenza la Commissione e gli altri Stati membri - prescrive la legge - se possibile 48 ore prima dell'introduzione di tali nuove restrizioni". Quindi, non "48 ore prima", ma "se possibile 48 ore prima". Poi, ovviamente, si può disquisire su che cosa avrebbe reso impossibile al governo notificare la misura preventivamente. Le informazioni, infine, vanno rese note al pubblico "come regola generale" almeno 24 ore prima dell'entrata in vigore: questo termine è stato rispettato, poiché l'ordinanza è stata pubblicata martedì sera ed è entrata in vigore oggi.

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