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Covid, "test sangue può svelare chance sopravvivenza"

07 dicembre 2020 | 23.12
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

Un test sul sangue per capire se un paziente che ha contratto il coronavirus possa aver bisogno della terapia intensiva "e persino se sia destinato a sopravvivere". Il Guardian con queste parole illustra il test sviluppato dal professor Markus Ralser, biochimico al Francis Crick Institute di Londra e all’ospedale universitario della Charité a Berlino. Se ottenesse il via libera dagli enti regolatori, il test potrebbe diventare uno strumento utile per contribuire ad una diagnosi precoce. Ralser e i suoi collaboratori hanno individuato 27 proteine nel sangue di pazienti affetti da Covid 19: le proteine erano presenti in quantità diverse, in base alla gravità dei sintomi della malattia. Il team di ricercatori ha quindi seguito 160 pazienti sottoposti al test nel loro percorso terapeutico. L'obiettivo del test è fornire una sorta di 'foto digitale' della malattia e mettere a disposizione dei medici elementi utili per assistere i pazienti nel modo migliore. Il test, in particolare, potrebbe correre in aiuto di persone che inizialmente non sembrano accusare particolari disturbi e che invece vanno incontro ad un repentino peggioramento delle condizioni. "Questi pazienti hanno una precoce reazione infiammatoria -si legge sul Guardian- che possiamo misurare nel sangue e utilizzare per dire ‘ok, nel giro di 40 giorni, questo è l’esito probabile’. Ogni giorno è fondamentale nei casi gravi di Covid, chi ha bisogno di un posto in terapia intensiva deve averlo il più presto possibile: questo aumenta enormemente le chance di sopravvivenza".

Il test, anche in caso di validazione, nella migliore delle ipotesi diventerebbe uno strumento inserito in un protocollo complessivo e ovviamente non sarebbe l’unico elemento determinante nella definizione di un percorso di cure. Come si legge, l’analisi delle proteine eseguita con spettrometro di massa è stata sperimentata nei casi di 24 pazienti gravemente malati: ha contribuito a delineare in modo corretto lo sviluppo della malattia in 18 delle 19 persone sopravvissute e nelle 5 che hanno perso la vita. Nelle prossime settimane i dati raccolti in ospedali del Regno Unito, degli Stati Uniti e della Germania dovrebbero essere sottoposti agli enti regolatori.

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