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Covid, Ue: "Permettere ingresso a viaggiatori vaccinati"

03 maggio 2021 | 12.03
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Questa la proposta della Commissione europea agli Stati membri. La novità riguarda i viaggi non essenziali dai Paesi extra Ue

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Far entrare nell'Ue per motivi non essenziali non solo a tutti i viaggiatori provenienti da Paesi con una "buona situazione epidemiologica", ma anche a tutte le persone che hanno ricevuto "l'ultima dose raccomandata" di un vaccino anti-Covid autorizzato dall'Ue. Questa la proposta della Commissione europea agli Stati membri. A parte la prima e la seconda dose di Pfizer/BioNTech, Moderna e AstraZeneca e l'unica dose di Janssen (J&J), il permesso potrebbe essere esteso ai vaccini "che hanno completato il procedimento d'utilizzo di emergenza dell'Oms". L'ultima dose di vaccino raccomandata (la seconda per Pfizer/BioNTech, Moderna e AstraZeneca e l'unica per Janssen) deve essere stata inoculata almeno 14 giorni prima dell'arrivo del viaggiatore nell'Ue, in modo da essere ragionevolmente certi dell'avvenuta immunizzazione.

La novità riguarda i viaggi non essenziali dai Paesi extra Ue, mentre quelli per motivi essenziali sono già consentiti, anche se di fatto non facilissimi a causa della scarsità di voli. In più, la Commissione suggerisce di alzare, "in linea con l'evoluzione della situazione epidemiologica nell'Ue", la soglia del numero di casi positivi utilizzata per stilare la lista dei Paesi per i quali ogni viaggio dovrebbe essere consentito. Questa modifica, se accolta, dovrebbe consentire al Consiglio di ampliare la lista dei Paesi dai quali riammettere viaggiatori per motivi non essenziali (turisti inclusi).

Tuttavia, a causa della circolazione delle varianti del coronavirus Sars-CoV-2, la Commissione propone di introdurre un contrappeso, un sistema di freno di emergenza, da coordinarsi a livello Ue, per limitare il rischio dell'ingresso di nuove varianti. Questo sistema dovrebbe consentire agli Stati di agire "rapidamente" e di "limitare temporaneamente allo stretto necessario" i viaggi dai Paesi colpiti per il tempo necessario a porre in essere le necessarie misure sanitarie.

Il fatto che un viaggiatore vaccinato possa entrare nell'Ue non significa che la vaccinazione non possa venire accompagnata, a seconda dei Paesi, da misure aggiuntive, come test e quarantene, ma la speranza è che, con l'auspicato miglioramento della situazione epidemiologica grazie al progredire della campagna vaccinale, queste restrizioni aggiuntive vengano gradualmente rimosse (oggi impediscono la mobilità anche all'interno dell'Ue e della zona Schengen, coartando la libertà di circolazione).

La proposta di raccomandazione non ha una data di entrata in vigore, ma l'obiettivo è di finalizzarla entro "fine maggio", in modo che entri in vigore a giugno, spiega un alto funzionario Ue. Finché il Digital Green Certificate non sarà operativo, gli Stati membri dovrebbero essere in grado di accettare certificati di vaccinazione da parte di Paesi extra Ue sulla base del diritto nazionale, "tenendo conto della loro capacità di verificare l'autenticità, validità e integrità del certificato e la completezza dei dati riportati".

Gli Stati membri potrebbero anche creare un portale web che consenta al viaggiatore di chiedere il riconoscimento di un certificato di vaccinazione rilasciato da un Paese non Ue come prova affidabile di avvenuta vaccinazione e/o per l'emissione di un Green Pass. I bambini, che sono attualmente esclusi dalle vaccinazioni, dovrebbero poter viaggiare con i genitori vaccinati se hanno superato con esito negativo un test Pcr, al massimo 72 ore prima di essere arrivati a destinazione. In questi casi, gli Stati membri "potrebbero chiedere ulteriori test all'arrivo". (segue)

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