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Bankitalia: "Vietare vendita allo sportello delle obbligazioni subordinate"

13 dicembre 2015 | 13.42
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(Infophoto) - PRISMA
(Infophoto) - PRISMA

''E' urgente che venga vietata la vendita, per legge, al pubblico allo sportello'' di prodotti come le obbligazioni subordinate. Lo afferma il direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, intervenendo alla trasmissione di Rai 3 'In mezz'ora'.

''Siamo angosciati da questa vicenda'', che riguarda i clienti dei quattro istituti di credito falliti, che hanno perso i loro risparmi. ''Sono convinto - aggiunge Rossi - che abbiamo fatto tutto quello che potevamo, date le leggi vigenti, al meglio delle nostre possibilità e capacità''. ''Quando abbiamo iniziato a immaginare che questo sarebbe stato il punto di arrivo della vicenda, quindi da molti mesi fa'', spiega Rossi, ''ci siamo interrogati, abbiamo fatto introspezione, ricerca nella nostra documentazione per capire se avevamo agito correttamente. Sono personalmente convinto che abbiamo fatto tutto quello che potevamo date le leggi vigenti. E sono altrettanto convinto che anche la Consob lo ha fatto''. Il direttore assicura, inoltre, la disponibilità a ''spiegare e chiarire tutto quello che sarà necessario'', a cominciare dal parlamento se lo chiederà.

Il direttore spiega che si sta ''ricostruendo passo per passo, quello che è successo''. ''Per una buona metà le obbligazioni secondarie sono state vendute a investitori istituzionali e l'altra metà al dettaglio. Quindi al risparmiatore che si presenta allo sportello''. Di conseguenza ''bisognerà distinguere caso per caso''.

Inoltre, spiega Rossi, Bankitalia ha capito che occorre anche ''vigilare'' sul comportamento delle banche nei confronti dei clienti, perché ''è un indicatore della loro solidità''. ''La nostra organizzazione, da relativamente poco tempo, da 3-4 anni, ha cominciato a investire nella tutela del consumatore di servizi bancari, dei clienti delle banche'', dice. E' una funzione che la legge ha assegnato a palazzo Koch ''da un po' di anni e inizialmente l'abbiamo svolta con timidezza''. Con il tempo ''abbiamo iniziato a capire che dovevamo investire di più nella tutela del cliente e nell'educazione''.

Intanto, su denuncia Adusbef e Federconsumatori, la procura di Roma ha aperto un'inchiesta sull'operato delal Banca d'Italia. Lo rendono noto le due associazioni. "Le evidenti responsabilità dell'omessa vigilanza nei casi di Banca Marche CariFerrara, CariChieti, Banca Etruria, e di altre due banche venete, denunciate a nove procure della Repubblica saranno accertate dalla procura di Roma, che ha aperto un'inchiesta su Bankitalia", si legge in una nota delle due associazioni di consumatori.

Adusbef e Federconsumatori che avevano ipotizzato i reati di truffa, appropriazione indebita, e omessa vigilanza ringraziano il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone "per la sensibilità dimostrata verso una truffa gigantesca e annesso esproprio criminale del risparmio, che ha ridotto sul lastrico 130.000 famiglie vittime di Bankitalia, che ha portato una vittima ad impiccarsi ad una ringhiera dopo aver perso sudore e sacrifici di una vita, con analogo esproprio di altri 208.000 azionisti di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza".

I vertici di Bankitalia, "a cominciare dal governatore Ignazio Visco e dal capo della Vigilanza Carmelo Barbagallo, non possono più restare al loro posto per l’evidente inidoneità a tutelare il bene sacro del risparmio, per non far replicare tra qualche anno, le tragedie del risparmio tradito, come già accaduto 10 anni fa con i crac di Cirio, Parmalat e dei tango bond. Se questi signori non avranno la sensibilità di dimettersi, devono essere destituiti per decreto, assieme a Giuseppe Vegas presidente Consob per non far restare impunito il risparmio tradito e la fisico al collasso nelle banche", si sottolinea.

Adusbef e Federconsumatori - la cui delegazione ha partecipato oggi al sit in a Firenze delle vittime di Bankitalia e delle banche - , chiedono "il rimborso integrale dei risparmi rubati, attingendo dai conti economici di Bankitalia e dai dividendi pari a 380 milioni annui pagati alle banche socie, ritenendo inaccettabile l'elemosina di Stato concessa da arbitri incostituzionali, non essendo tollerabile confondere diritti e dignità con elargizioni elemosinali".

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