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Credit Suisse: ceo guadagna 10 milioni dopo spending review

20 marzo 2015 | 16.44
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Dopo la autoriduzione volontaria delle remunerazioni decisa dai vertici di Credit Suisse in seguito agli oneri per chiudere la vertenza fiscale negli Usa, il presidente della direzione Brady Dougan ha guadagnato quasi quanto l'anno prima: nel 2014 ha percepito compensi per 9,7 milioni, contro 9,8 milioni in precedenza. Stando al rapporto d'esercizio pubblicato oggi gli undici membri della direzione hanno incassato 64,1 milioni: nel 2013 nove membri avevano ricevuto 64,8 milioni. L'insieme del consiglio d'amministrazione è stato retribuito con 9,1 milioni (12,0 nel 2013): il presidente Urs Rohner ha visto la sua 'busta paga' scendere 4,9 a 3,6 milioni.

Come annunciato in febbraio, direzione e Cda hanno tagliato nella misura rispettivamente del 20% e del 25% le componenti variabili. Per la direzione questo si è tradotto in una rinuncia di 9,0 milioni. Come noto la banca ha dovuto versare 2,6 miliardi di franchi per regolare il conflitto con la giustizia americana, che accusava l'istituto di aver aiutato contribuenti americani a frodare il fisco.

Le remunerazioni dei top manager di Credit Suisse sono inferiori a quelle di Ubs: il ceo Sergio Ermotti ha ricevuto 11,2 milioni, il presidente del Cda Axel Weber 5,9 milioni. Complessivamente i salari versati da Credit Suisse all'insieme del personale sono scesi del 4% a 10,7 miliardi, di cui bonus per 3,3 miliardi (-9%). La relazione sul 2014 - anno chiuso con un utile di 2,1 miliardi, in calo del 9% - fornisce anche informazioni riguardo agli accantonamenti per vertenze legali, scesi a 1,02 miliardi contro i 2,33 miliardi di fine 2013. La banca prevede che potrebbero insorgere costi supplementari di 1,8 miliardi di franchi per cause giuridiche: questo valore è salito rispetto agli 1,3 miliardi della stima di febbraio.

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