Le banche italiane sono ancora più 'un affare' rispetto a un mese fa con un sconto medio rispetto ai concorrenti europei che "si è allargato al 32% dal 30%" ma è meglio "usare cautela". A rilevarlo è Credit Suisse, in un report dal titolo 'Italian banks'. Il punto è che "la bassa profittabilità, l'incertezza politica, lo stock di crediti problematici" e il costante rischio che il settore paghi il salvataggio di altre banche "mantengono le banche italiane fuori dai radar degli investitori".
Dal momento che l'incertezza politica non si risolverà prima del 4 dicembre, il giorno del referendum sulla riforma costituzionale, "gli istituti italiani rimarranno tra i meno amati in Europa". Una vittoria del 'no', spiega sempre Credit Suisse, "potrebbe avere implicazioni sul settore e sulle ricapitalizzazioni programmate. Potrebbe - continua - ritardare i processi, anche se riteniamo che gli aumenti di capitale andranno avanti".
Secondo Credit Suisse, poi, "il forte sconto suggerirebbe che l'eventualità di un esito negativo del referendum sia già prezzato in Borsa, ma consigliamo cautela". La banca d'affari è positiva su Intesa Sp, neutra su Unicredit, di cui si attende il piano strategico.