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Alimenti: cresce il mercato del latte bio, vale 158 milioni di euro

04 febbraio 2016 | 15.47
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Cresce il mercato del latte bio in Italia. Con una produzione nel 2014 di oltre 300 milioni di litri (2,7% del totale del latte prodotto in Italia) per un valore di 158 milioni di euro (3,5% della Ppb nazionale, ovvero il valore della produzione ai prezzi di base) e un 'premium price' riconosciuto alla stalla del 28% superiore a quello destinato al latte convenzionale. Sono i dati Ismea diffusi nel corso del convegno 'Il latte biologico italiano: analisi del contesto e indicazioni per la crescita', iniziativa promossa da Cia e Anabio a Bologna.

Da recenti indagini Sinab - Sistema nazionale di informazione sull'agricoltura biologica del ministero per le Politiche agricole - emerge poi che il patrimonio nazionale dei bovini da latte bio raggiunge oggi circa le 45mila unità, pari al 20% di tutto il bestiame bovino presente negli allevamenti biologici.

"Un contesto di mercato che sottolinea una netta controtendenza rispetto alla situazione di grave difficoltà in cui versa il settore lattiero caseario convenzionale - ha evidenziato Federico Marchini, presidente nazionale di Anabio - rinforzata sul fronte dei consumi da una crescita, nel primo semestre 2015, della spesa di oltre il 4%; cifra destinata a crescere visto il trend positivo degli acquisti anche nel secondo semestre".

Per quanto riguarda i consumi di prodotti bio, nei primi sei mesi del 2015 si registra +10,4% per lo yogurt, +2,1% per formaggi e latticini e +0,7% per il latte fresco. Solo il latte Uht, risulta il flessione del 4,4%. A livello globale i consumi di latte bio sono aumentati del 6,5% in due anni. In Italia il mercato di prodotti lattiero caseario vale oltre 100 milioni di euro nella Gdo: il latte nel comparto bio rappresenta l'87%; nei formaggi biologici, quelli a pasta dura bio sono il 57%.

Ma come possono le imprese agricole rimanere sul mercato e svilupparsi? "Sono tre i filoni che la Cia persegue: impresa, territorio e mercato, tre elementi che devono essere soddisfatti per consentire alle imprese di resistere alla crisi ed essere pronte quando finalmente usciremo dal tunnel", ha sottolineato il presidente nazionale della Cia Dino Scanavino.

"L’impresa ha la necessità di avere regole certe e semplici, con poca burocrazia" e "bisogna andare avanti con l'innovazione", ha detto. "Il welfare animale sarà infatti l'elemento distintivo delle produzioni dei prossimi anni. Poi c’è il mercato: va perseguita una filiera contrattualizzata in modo tale - ha concluso Scanavino - da redistribuire in modo equo il valore delle produzioni".

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