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Crescita vigorosa dei consumi di beni durevoli in Eurolandia. Bce, segnali positivi anche in prossimo futuro

01 maggio 2015 | 15.34
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Secondo gli ultimi indicatori sono andate rafforzandosi le intenzioni dei consumatori di effettuare acquisti importanti. Nel 2014 il tasso di crescita medio annuo della spesa per consumi di beni durevoli nell'area dell'euro, rileva l'Istituto di Francoforte, è risultato simile a quelli precedenti la crisi finanziaria.

Crescita vigorosa dei consumi di beni durevoli in Eurolandia. Bce, segnali positivi anche in prossimo futuro

"Crescita vigorosa" dei consumi di beni durevoli nell'area dell'euro nel 2014. E nel futuro prossimo si delineano ancora segnali positivi. Secondo gli ultimi indicatori "sono andate rafforzandosi le intenzioni dei consumatori di effettuare acquisti importanti". E' quanto emerge da un'analisi pubblicata nel bollettino mensile della Bce.

Nel 2014 il tasso di crescita medio annuo della spesa per consumi di beni durevoli nell'area dell'euro, rileva l'Istituto di Francoforte, "è risultato simile a quelli precedenti la crisi finanziaria". Questa ripresa "è largamente riconducibile al consistente contributo positivo dei beni durevoli diversi dalle automobili". Anche le vendite di autovetture hanno contribuito in parte alla ripresa, con un consistente aumento rispetto al 2013 ma le tendenze di fondo del mercato delle auto "sono di più difficile individuazione, poiché le vendite sono state fortemente influenzate da varie misure temporanee nazionali".

Sebbene i consumi di beni durevoli rappresentino una quota relativamente contenuta dei consumi privati totali, pari al 9% circa nell'area dell'euro, sottolinea la Bce, "possono rappresentare un importante indicatore delle condizioni economiche percepite dalle famiglie".

L'attuale ripresa dei consumi di beni durevoli, sostiene l'Istituto di Francoforte, è favorita dal venire meno delle forze negative che erano in atto in passato, per quanto persistano alcuni fattori di freno. Nel periodo dal 2012 a circa metà del 2013 i timori in alcuni paesi circa la sostenibilità del debito, la crescita della disoccupazione, la debolezza delle dinamiche del reddito reale disponibile e della ricchezza delle famiglie, le pressioni per una riduzione dell'indebitamento delle famiglie, nonché l'accentuata incertezza e la scarsa fiducia dei consumatori sono stati i principali fattori all'origine dell'evoluzione negativa della spesa per consumi durevoli. Queste forze negative, sottolinea la Bce, "sono in gran parte venute meno e, in alcuni casi, hanno addirittura cambiato di segno".

In particolare, l'orientamento assai accomodante della politica monetaria, il calo dei prezzi del petrolio, nonché il miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro e il rallentamento del ritmo di risanamento dei conti pubblici "hanno indotto una ripresa del reddito disponibile reale delle famiglie e una distensione delle condizioni finanziarie".

Per quanto concerne il futuro prossimo, in base agli indicatori tratti dalle indagini, sono andate rafforzandosi le intenzioni dei consumatori di effettuare acquisti importanti. Nel complesso, malgrado il contesto di bassa inflazione, non vi sono evidenze che i consumatori stiano rimandando gli acquisti di beni durevoli. I dati recenti per l'area dell'euro, sottolinea la Bce, "indicano che l'impatto positivo che la minore inflazione ha avuto sul reddito reale delle famiglie si sta traducendo in un aumento dei consumi, compresi quelli di beni durevoli, favorendo così la ripresa economica".

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