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Crisanti: "Io vaccinato in diretta, ma sul web c'è chi non ci crede"

04 gennaio 2021 | 20.17
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E sulla scuola, "riapertura sia basata su dati, serve sperimentazione"

Fotogramma
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"Dopo il vaccino anti-Covid sto bene, non è successo proprio niente. Neanche qualche linea di febbre. Ho fatto l'iniezione pubblicamente, anche se non mi piaceva la storia delle telecamere, e il video su Youtube è diventato virale. Ma per alcuni neanche questo basta". A raccontarlo all'Adnkronos Salute è il virologo dell'università di Padova Andrea Crisanti. Nel suo 'day after' c'è infatti la sorpresa di leggere alcuni commenti alle immagini del momento della vaccinazione, che vedono l'esperto finire nel mirino di qualche scettico e negazionista. "Non so cosa si possa fare di più. Eppure c'è chi ha scritto che l'ago era parzialmente coperto mentre l'operatrice lo infilava nel mio braccio", riferisce il docente di microbiologia che nei mesi scorsi era finito sotto i riflettori per aver detto di volere trasparenza sui dati prima di fare il vaccino. Quanto alla partenza a rilento della campagna vaccinale in Italia e in particolare in alcune regioni, Crisanti aggiunge: "Sono i primi giorni. Aspettiamo a criticare, diamogli fiducia".

Per quanto riguarda la scuola, spiega ancora Crisanti, "riaprire per qualche settimana una scuola per ogni colore - una in zona rossa, una in zona arancione e una in zona gialla - per capire la trasmissione del Sars-CoV-2 all'interno della comunità scolastica" e prendere una decisione sulle riaperture il 7 gennaio "che sia basata sui dati". Per l'esperto, "quello in corso in queste ore è un dibattito totalmente inutile in assenza di dati".

"Abbiamo perso mesi di tempo prezioso, specie all'inizio - spiega all'Adnkronos Salute -. Tempo in cui avremmo potuto monitorare quello che succede nelle scuole" in tempi di pandemia di Covid-19. "Invece ad oggi nessuno sa cosa succede. Non sono mai stati raccolti e condivisi dati sull'effettiva trasmissione del virus nelle scuole. Ci si è basati su qualche dato che suggerisce che ci sono pochi ammalati. Ma i bambini sono quasi tutti asintomatici, quindi come si fa a dirlo? Con è mai stato fatto un campionamento sulle scuole. Quindi questo è un dibattito condotto senza informazioni".

"Io avrei fatto tamponi a campione su varie scuole quando eravamo in condizioni di poterlo fare con calma - ragiona Crisanti - Adesso siamo a pochi giorni dal momento in cui si deve prendere una decisione. E in questa situazione aprirei un distretto scolastico in zona gialla, uno in arancione e uno in rossa e aspetterei qualche settimana per vedere cosa succede. Poi sulla base dei risultati, con i dati dei tamponi che mostrano qual è l'effettiva trasmissione, si potrebbe agire prendendo delle decisioni informate".

"Qui nessuno parla con dati validati in mano. E' invece importante davvero - incalza - che si cerchi di farla una sperimentazione seria in 3 settimane. Solo così potremo sapere. E' giusto farlo per questi ragazzi che hanno aspettato e sono reduci da mesi di didattica a distanza", conclude.

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