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Crisi: Barducci, non si esce creando un Paese ancora piu' ingiusto

10 marzo 2014 | 14.28
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''La crisi c'è, e questo è un dato di fatto, ma c'è anche un paese ancora più ingiusto. Il compito del mondo cooperativistico è quello di ricostruire una nuova qualità del lavoro, per contrastate una tendenza generale che vorrebbe uscire dalla crisi restringendo il campo dei diritti di chi lavora''. Lo ha detto Andrea Barducci, presidente della Provincia di Firenze, intervenendo oggi al congresso regionale delle Cooperative di Produzione e Lavoro Toscana.

Riprendendo poi un passaggio della relazione introduttiva di Susanna Bianchi, presidente di Arcpl (Associazione Cooperative di Produzione Lavoro Toscana), che chiedeva lo sblocco dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni, Barducci ha chiarito che ''gran parte del problema evidenziato da Susanna dipende dal combinato disposto che mette insieme i limiti imposti alle Pubbliche amministrazioni dal patto di stabilità con un fenomeno ancora più perverso: il nuovo accentramento in capo allo Stato centrale che non è solo amministrativo ma anche economico''. ''In questo modo - ha aggiunto Barducci - non solo i territori vengono depredati di risorse economiche, ma quei pochi soldi che restano non possono essere spesi per il vincolo del patto di stabilità, con il risultato che si verificano quei famosi ritardi nei pagamenti delle pubbliche amministrazioni''.

''Se non si torna a un decentramento anche delle risorse e al superamento del patto di stabilità - ha aggiunto il Presidente della Provincia - non si potrà risolvere il problema del pagamento in tempi brevi da parte delle pubbliche amministrazioni''. ''Adesso si tratta di passare dai discorsi ai fatti - ha concluso Barducci - e fra le cose da fare subito c'è l'abolizione degli statuti speciali, che non hanno più senso e creano solo dei privilegi''.

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