"La crisi economica perdura anche se, in sede europea, vi sono segnali giudicati positivi e promettenti". La Cei, con il suo presidente, il cardinale Angelo Bagnasco, dice di "condividere le speranze di tutti", ma al tempo stesso vede che "la lama del disagio continua a tormentare moltissime famiglie che non arrivano da tempo alla fine del mese; anziani che attendono le loro magre pensioni mangiando pane e solitudine; giovani che hanno paura per il loro futuro incerto e che bussano sfiduciati alle porte del lavoro; adulti che il lavoro lo hanno perso e che hanno famiglia da mantenere e impegni da onorare".
Sottolinea il cardinale Bagnasco, nella prolusione che apre i lavori del consiglio permanente della Conferenza Episcopale italiana: "Su tutto si staglia l’urgenza che, più di tutte, s’impone: il lavoro e l’occupazione". Dunque, la richiesta che sale dai cardinali e dai vescovi italiani "con rispetto e forte convinzione, consapevoli del nostro dovere di pastori" è che "i responsabili della cosa pubblica pensino a questo prima di ogni altra cosa che, pur necessaria e opportuna, è sentita dalla gente come lontana dai suoi problemi quotidiani".
A questo proposito, per il presidente della Cei "non basta richiamare ad uno stile di vita più essenziale: questo ormai si è imposto giocoforza da tempo a chi ha sempre di meno e non ha sfiorato chi, invece, è sempre più ricco. La forbice - avverte il cardinale Bagnasco - si allarga pericolosamente, anche per la tenuta sociale".