cerca CERCA
Mercoledì 24 Aprile 2024
Aggiornato: 19:45
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Crisi: è boom per gli appartamenti-negozio, prezzi inferiori del 35%

25 ottobre 2014 | 15.48
LETTURA: 4 minuti

Con la crisi i negozi diventano abitazioni
Con la crisi i negozi diventano abitazioni

Con la crisi i negozi diventano abitazioni e cresce il trend degli 'appartamenti in vetrina'. Con un prezzo fino al 35% inferiore rispetto a un'appartamento tradizionale, gli esercizi commerciali sono una soluzione abitativa che fa gola a chi non può spendere tanti soldi, ma non si accontenta a vivere in periferia. Il fenomeno è in aumento nelle grandi città e, secondo i sociologi, rappresenta un modo di vivere gli spazi in linea con i cambiamenti urbani.

Nelle aree metropolitane di Roma, Milano e Torino, stando a quanto riportato da Immobiliare.it, l'offerta complessiva nel 2014 sarebbe di 5200 spazi di questo tipo. Diverse le cause alla base di questo fenomeno, secondo Carlo Giordano, amministratore delegato di Immobiliare.it. "Non c'è - spiega il Ceo - un passaggio generazionale dei proprietari degli esercizi commerciali nella gestione dell'attività. I negozi, sempre più spesso, rimangono vuoti a lungo. Il proprietario non percepisce quindi un utile da quello spazio, ma gli restano costi di mantenimento e tasse".

(AdnKronos) In mancanza di un affittuario o un acquirente che voglia aprire un'attività commerciale, spesso i possessori di questi spazi trovano una modalità alternativa per mettere su mercato il proprio immobile. Se possiede i requisiti, secondo il regolamento del Comune in cui si trova, viene cambiata la destinazione d'uso e viene convertito in abitazione. A quel punto si costruiscono soppalchi, parapetti con finestre alte, dove prima c'erano le vetrine, e si compiono le modifiche edilizie necessarie per convertirlo in appartamento.

Per questo tipo di sistemazione, a parità di metratura, il prezzo può arrivare ad essere il 35% inferiore rispetto a un'abitazione tradizionale nella stessa zona. Questo renderebbe gli ex negozi particolarmente interessanti per i giovani che, secondo Giordano, "desiderano vivere in zone particolari, ma non potendo spendere tanto, sono propensi a cercare soluzioni di questo genere".

Milano sarebbe il mercato di punta, secondo quanto emerge dalla ricerca di Immobiliare.it, con circa 2800 offerte, in crescita del 18% rispetto all'anno precedente. "Fino a tre o quattro anni fa - afferma il Ceo - la tendenza era di andare ad abitare nell'hinterland per spendere meno. Ora, con l'abbattimento dei prezzi degli immobili e l'aumento dei costi dei mezzi di trasporto, la gente tende a cercare casa dentro la città".

(AdnKronos) In accordo con Immobiliare.it, anche Gabetti e Tecnocasa ritengono che il capoluogo lombardo sia il luogo dove più si concentrano questo tipo di offerte, soprattutto in zone centriche e particolari della città. "Il centro - spiega Silvia Mugnano, sociologa urbana dell'Università Bicocca di Milano - si sta allargando nella nostra mappa mentale". I giovani, per la ricercatrice, "attratti da questo modo di abitare, cercherebbero una collocazione dentro questa mappa centrica".

Vivere al pianterreno in un contesto urbano, sottolinea Mugnano, "non è una novità di per sé. Esistono già formule abitative analoghe nel Sud Italia o nel Nord Europa. Quello che cambia è il nostro senso di spazio pubblico e privato". Se nel Sud Italia, dice la sociologa, il marciapiede di fronte alla porta di casa è una sorta di "salotto, uno spazio semi pubblico", in una città del Nord Italia i confini domestici sono più delineati. Diversa è la situazione in Nord Europa, dove la regolamentazione per gli spazi abitativi è differente.

Secondo Mugnano, "in alcuni casi, l'ex retrobottega viene trasformato in abitazione, mentre la vetrina resta uno spazio semi-commerciale", adibito ad attività di vario tipo, dal negozio, al ristorante, al laboratorio. Questo tipo di soluzione, ricorda la ricercatrice, "nel nostro Paese non è consentito". In Italia però, afferma Mugnano, "con la crisi, alcune case sono utilizzate anche come ufficio. Fino a 20 anni fa anche questo non si poteva fare". Per andare incontro alle esigenze degli abitanti, secondo la sociologa, in futuro si potrebbe anche andare verso una trasformazione legislativa che acconsenta a formule di utilizzo degli spazi analoghe al Nord Europa. "Questo soluzionerebbe il problema della chiusura degli spazi commerciali" che, per Mugnano, ha causato la sensazione di mancanza di sicurezza nelle strade e la perdita di accessibilità ai servizi di prossimità per le fasce più deboli della popolazione.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza