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Crisi governo, Draghi mercoledì alle Camere per voto di fiducia

18 luglio 2022 | 14.14
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La richiesta di far partire le comunicazioni del premier prima alla Camera e poi in Senato accende i toni. Lega: "Basta giochini di palazzo di Pd-M5s"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Si voterà mercoledì 20 luglio la fiducia al governo Draghi. Lo ha stabilito la Conferenza dei capigruppo della Camera, che tornerà a riunirsi domani, alle 16.30, per stabilire tempi e modalità del dibattito, alla luce delle decisioni che verranno prese al Senato. A quanto si apprende da fonti di Palazzo Madama le comunicazioni di Draghi alle Camere avranno luogo prima al Senato, poi alla Camera.

Draghi riferirà inizialmente a Palazzo Madama, secondo la prassi in base alla quale le comunicazioni vengono rese nel ramo del Parlamento dove il Governo ha ottenuto la prima volta la fiducia e dove si sono manifestate le condizioni che hanno portato all'apertura della crisi. Successivamente il premier depositerà il testo del discorso alla Camera.

Durante la Capigruppo, M5S e Pd - trovando la contrarietà del centrodestra - hanno chiesto che Draghi si recasse in primo luogo a Montecitorio, dove si sarebbero manifestati i primi segnali di crisi per la decisione del Movimento 5 stelle di non partecipare alla votazione finale sul Dl Aiuti.

SCINTILLE IN ASSEMBLEA M5S - La richiesta ha acceso il dibattito e i toni. I parlamentari grillini hanno criticato e chiesto spiegazioni al capogruppo di Montecitorio Davide Crippa sul motivo per cui è stato richiesto, insieme al Pd, di invertire l'ordine tradizionale. "Il primo 'non voto' M5S sul dl Aiuti si è verificato alla Camera, per questo motivo sembrava più logico e corretto chiedere con il Pd le comunicazioni di Draghi prima alla Camera e poi al Senato", la spiegazione di Crippa. Mentre Giuseppe Conte ammette di non essere stato informato.

INSORGE LA LEGA - "Siamo alla farsa. Ora Pd e M5S chiedono a Draghi di comunicare prima alla Camera e poi al Senato solamente perché Conte è più debole alla Camera. Giochini vergognosi che vanno contro la prassi che vuole che le comunicazioni del Presidente del Consiglio siano fatte nella camera di prima fiducia o dove si è generata la crisi. In entrambi i casi, quindi, al Senato. Gli italiani meritano rispetto, serietà e certezze", affermano i capigruppo di Camera e Senato della Lega Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.

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