Nel 2013 il potere d'acquisto pro capite delle famiglie è diminuito dell'1,3% sull'anno precedente registrando una caduta complessiva rispetto ai valori pre-crisi del 2007 di quasi il 13%. Questo calo ha portato il reddito familiare disponibile reale per abitante ai livelli di fine anni ottanta. E' una delle conclusioni che emergono dall'indagine 2014 sulle famiglie condotta da Nomisma, che evidenzia anche come la tendenza ad assorbire nel risparmio la diminuzione del reddito si è interrotta nel 2013, quando alla caduta del potere d'acquisto delle famiglie si è accompagnata una riduzione più marcata della spesa per consumi pro-capite (-2,8 in termini reali). Ne è conseguito - spiega l'istituto - l'aumento della propensione media al risparmio (al 9,8%, +1,4% punti sul 2012), tornata su livelli analoghi a quelli che si avevano prima della crisi del debito sovrano.
L'indagine sottolinea come l'impatto della crisi è risultato molto differenziato per classi di età: la caduta dei redditi e degli standard di vita è stata avvertita dalle famiglie giovani più che da quelle anziane, relativamente più coperte dalla caduta dei redditi. La graduale uscita dalla recessione nella seconda metà del 2013 ha portato a modificare i comportamenti dei consumatori.
Rispetto al 2013, migliorano inoltre i giudizi degli intervistati sulle prospettive di crescita del paese e sulle condizioni finanziarie personali: anche se le valutazioni rimangono basse sono in rialzo rispetto all'anno precedente. Dall'indagine emerge un clima di opinione in lento miglioramento, contrassegnato però da una persistente insicurezza lavorativa. Restano invece evidenti difficoltà legate al risparmio. (segue)