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Croce Rossa, Rocca: "Un anno d'impegno senza sosta contro il virus, mai così dai tempi della Guerra"

05 giugno 2021 | 15.13
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Croce Rossa, Rocca:

Ad oltre un anno dall'inizio della crisi, l'impegno dei volontari della Croce Rossa Italiana per contrastare la pandemia rende "orgoglioso" il presidente Francesco Rocca. "Un impegno a 360 gradi senza precedenti recenti. E' stato fatto un lavoro straordinario, mai così dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Gli operatori - spiega Rocca all'Adnkronos - sono stati presenti a livello comunitario tirando fuori il meglio dagli oltre 700 comitati territoriali. E non mi riferisco soltanto alle attività con le ambulanze, il grande lavoro è stato soprattutto quello di assistenza alle famiglie, di chi si è trovato in difficoltà: un dietro le quinte dell'impegno della Croce Rossa non sempre visibile. I volontari non si sono mai fermati, mai lamentati della fatica. Ancora oggi il loro lavoro continua ininterrottamente".

Rocca parla di numeri "impressionanti": dall'inizio della pandemia effettivamente gli operatori della Croce Rossa hanno totalizzato 1,5 milioni di giorni di volontariato; sono stati trasportati circa 300.000 malati con i mezzi della Cri; a causa delle conseguenze economiche della pandemia, sono stati forniti aiuti concreti (pacchi alimentari e/o buoni pasto) a 1,5 milioni di persone; il numero verde della Croce Rossa Italiana, attraverso i suoi operatori e psicologi, ha risposto a 25.000 richieste di aiuto; sono stati circa 13.000 i destinatari di kit igienico-sanitari tra le persone senza dimora. Complessivamente sono stati 400.000 i servizi effettuati dai comitati di Cri su tutto il territorio nazionale.

Nonostante l'inarrestabile impegno e la piena disponibilità, nel corso dell'emergenza la Croce Rossa Italiana è finita nel mirino degli scettici del coronavirus. "Dalla nicchia dei negazionisti alla diffusione delle fake news sul Covid-19, anche la Croce Rossa ha pagato un prezzo. Ma non mi sento dire più alto rispetto al resto della comunità", commenta Rocca. "Ha avuto, indubbiamente, un impatto - dice -, se prendiamo in considerazione la grande disponibilità e generosità da parte dei volontari della Cri. Ho scolpito nella memoria i traumi che ebbero quei ragazzi che dopo aver prestato servizio in Lombardia, tornati in Puglia sono stati apostrofati come 'untori' dagli inquilini del palazzo dove erano". Normale che vi fosse paura - aggiunge -, eravamo all'inizio e ancora non c'era molto conoscenza rispetto al virus. Per questo, non voglio dare particolare peso ai pochi che hanno tentato di fare del male, anche perché, nonostante tutto, non ci sono riusciti: non solo la Croce Rossa, ma tutte le nostre comunità hanno dimostrato di essere più forti".

Il presidente della Croce Rossa Italiana e della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (Ifrc) afferma poi di non essersi fatto nessuna idea sulla presunta fuga del virus da un laboratorio di Wuhan. "Non ho le competenze scientifiche. Il mio compito è quello di portare assistenza alle persone e farlo nel miglior modo possibile. Onestamente - prosegue - per me poco cambia che il Covid-19 si sia stato creato in laboratorio o sia a trasmissione animale. Il nostro ruolo è aiutare le persone a fronte di una malattia così contagiosa. Dopodiché io mi fido delle istituzioni e dell'Oms e attendo fiducioso risposte".

Non si pensi che dalla pandemia ne siamo ormai fuori. "Non è perché riaprono i ristoranti si può pensare che tutto sta per finire, certo questo è un segnale importante per tutti coloro che hanno sofferto le chiusure. Bisogna essere consapevoli che bisogna convivere con questa malattia a lungo fino a quando non sarà messa in sicurezza tutta la popolazione del globo", sostiene Rocca. "Non solo sicurezza, anche le conseguenze della pandemia dal punto di vista socio-economico dureranno a lungo. Questi due aspetti ci accompagneranno al di là delle riaperture. La nostra dunque tenderà ad essere una finta normalità fino a che non vi sarà una vaccinazione globale".

E perché i vaccini arrivino a tutti, ai paesi più poveri, "bisogna lavorare sulle proprietà intellettuali. L'Organizzazione mondiale del commercio deve trovare delle soluzioni che garantiscano l'accesso alla produzione e alla distribuzione dei vaccini per raggiungere le comunità più remote. Dopodiché la Croce Rossa è pronta a fare la propria parte", conclude. (di Sibilla Bertollini)

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