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Crocetta all'Ars: "Non mi dimetto, irricevibile richiesta voto perché strumentale"

23 luglio 2015 | 13.41
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Il governatore a 'La Zanzara': "Volevo suicidarmi" /Ascolta

Rosario Crocetta (Foto Infophoto) - INFOPHOTO
Rosario Crocetta (Foto Infophoto) - INFOPHOTO

"I falsi scoop non possono decidere le sorti del governo". Così il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, intervenendo in aula all'Ars. "Mi sono rifiutato di offrire le carni in pasto a carnefici famelici - dice ancora - tutto questo passerà ala storia come una storia infame".

"Ho vissuto in questi giorni i momenti più terribili della mia vita, sono stati giorni di dolore e di pianto e so che anche molti di voi hanno condiviso questa sofferenza. E' come se avessi rivisto un film diverse volte proiettato attraverso il cui attacco al presidente è diventato l'attacco alle istituzioni e all'intero popolo", ha aggiunto sottolineando che "l'orrore di quella montagna di fango mi urlava nella testa paralizzando la mia voce, contribuendo ad aumentare gli attacchi nei miei confronti. Sono felice che le procure siciliane abbiano smentito quelle accuse, ripristinando la verità".

"Non posso dimettermi", ha detto ancora Crocetta affermando: "Non sono interessato a poltrone o carriere politiche. Due anni e mezzo di martirio e attacchi sono sufficienti a togliermi la voglia di governare". "La richiesta di andare al voto per me è irricevibile perché strumentale e interessata - ha sottolineato - Non posso che respingere lo sciacallaggio, per tutelare non me stesso ma tutti voi".

E sulle intercettazioni: "Non ci sono - dice - E' una vicenda di poteri occulti che minacciano la democrazia, che non riesce a difendere gli uomini delle istituzioni, anche laddove non siano responsabili. L'opportunismo mediatico sembra prevalere rispetto alla cautela istituzionale che contraddistingueva la politica un tempo". Questa vicenda "è stato un attacco al presidente della Regione e un attacco e un attentato alle istituzioni e alla democrazia".

Crocetta a un certo punta cita in aula l'ex governatore Salvatore Cuffaro e scoppia la bagarre. Ad attaccare, con grida, il presidente della Regione sono i deputati da sempre vicini a Cuffaro, a partire da Toto Cordaro. A fare scoppiare la polemica è stata la frase: "Anche Cuffaro era amico di tutti e non è stato accusato perché amico di Matteo Tutino". A riportare la calma in aula è stato l'intervento del presidente Ars Giovanni Ardizzone, che riferendosi ai deputati ha detto: "Potrete intervenire tra poco, dicendo quello che pensate".

Intanto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha avviato accertamenti preliminari sulla presunta intercettazione della conversazione telefonica tra il governatore Crocetta e il suo medico Matteo Tutino, diffusa dall''Espresso'. ''Avviamo sempre accertamenti preliminari di questo tipo quando c'è una diffusione impropria di informazioni processuali -ha spiegato Orlando a margine di un convegno alla Camera- si tratta quasi di un automatismo''.

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