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Mostre: a Palazzo Venezia gli strumenti 'perduti' di Fernanda Giulini

27 gennaio 2015 | 17.10
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In mostra circa 70 pezzi della collezione conservata nella Villa Medici Giulini in Brianza. Borletti Buitoni: "E' assolutamente unica in Italia e in Europa ed è stata realizzata con passione e competenza. Tutti gli strumenti sono perfettamente accordati e suonabili"

Due dei 'pezzi' esposti a Palazzo Venezia (Foto Museo Nazionale Palazzo Venezia)
Due dei 'pezzi' esposti a Palazzo Venezia (Foto Museo Nazionale Palazzo Venezia)

Dai clavicembali alle spinette, passando per i fortepiani e le arpe. Ma anche mandolini, chitarre e un prezioso clavicembalo dipinto da Luca Giordano nella seconda metà del XVII secolo. La ricca collezione di Fernanda Giulini, che da decenni si dedica al recupero di strumenti musicali d'epoca, approda al Museo di Palazzo Venezia nell'esposizione 'Alla ricerca dei suoni perduti. Mostra di strumenti musicali a Palazzo Venezia della collezione Giulini ', dove potrà essere visitata da domani all'1 marzo.

La collezione di Giulini, ha spiegato il sottosegretario ai Beni culturali e Turismo Ilaria Borletti Buitoni, "è assolutamente unica in Italia ed in Europa ed è stata realizzata con passione e competenza", ricordando anche che "tutti gli strumenti sono perfettamente accordati e suonabili. Ritrovare il suono di Mozart, e dei grandi compositori che hanno eseguito le loro musiche, è un viaggio musicale assolutamente appassionante". Gli strumenti esposti a Roma rappresentano una parte importante della collezione che viene conservata nella Villa Medici Giulini in Brianza. Nel dettaglio, quasi tutti gli strumenti a tastiera e le arpe sono stati costruiti nel Settecento, negli anni in cui visse Mozart che, proprio nella Sala del Concistoro di Palazzo Venezia, suonò durante il viaggio in Italia del 1770. Una mostra, quella di Palazzo Venezia, ricca di curiosità: in particolare il clavicembalo degli 'Ottoboni' torna a pochi metri dalla sua prima residenza presunta.

"La mostra - ha aggiunto Borletti Buitoni- è anche l'occasione per visitare Palazzo Venezia dove sono conservate collezioni di una importanza assoluta. Palazzo Venezia oggi è al centro di un evento che serve per illuminare questo museo e la sua bellezza. Non dimentichiamoci - ha infine esortato Borletti Buitoni- della cultura musicale che è troppo spesso trascurata. L'Italia ha una straordinaria tradizione musicale che troppo spesso viene cancellata e dimenticata".

Il visitatore potrà ascoltare il suono registrato degli strumenti, mentre su alcuni monitor verranno proiettate immagini relative ai filmati dei manufatti esposti. "Domenica prossima, la prima del mese, il museo sarà aperto gratuitamente. Per l'occasione - ha anticipato Daniela Porro, soprintendente per il Polo Museale di Roma- gli allievi del Conservatorio di Roma suoneranno alcuni degli strumenti esposti. Un'azione, questa, che si inserisce nel recupero del Museo Nazionale degli Strumenti musicali di Roma, riaperto un anno fa dopo due anni di chiusura".

Proprio in questa prospettiva, Porro ha infatti aggiunto che "nell'anno in corso verrà presentata, nel museo degli Strumenti Musicali, dove abbiamo riallestito lo studio del maestro Sgambati, una mostra dedicata al collezionista Evan Gorga". Una sala della mostra è poi dedicata ai libri di musica pubblicati dal 1690 alla fine del XVIII secolo. Sono presentati, in particolare, preziosi messali romani con testi destinati al canto liturgico. "Palazzo Venezia è forse il luogo migliore per ospitare la raccolta di Fernanda Giulini. Il Palazzo -ha spiegato infatti Andreina Draghi, direttrice del Museo di Palazzo Venezia- ha avuto molte funzioni nel corso della sua storia: è stata residenza pontificia, sede di ambasciate diplomatiche, sede di governo".

La vocazione principale del Palazzo "è stata forse quella di essere sede del collezionismo privato " ospitando tra l'altro le "raccolte di Paolo II Barbo e del Cardinale Domenico Grimani. Barbo ha collezionato di tutto, come emerge dall'inventario del 1457. Grimani, eletto cardinale della Basilica di San Marco nel 1503, fu invece un raffinato collezionista di statuaria antica."

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