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Letteratura: Piovani, celebrare Dante con la mia musica mi fa un po' paura

04 maggio 2015 | 09.52
LETTURA: 3 minuti

Cominciano il 4 maggio le celebrazioni per il 750mo anniversario della nascita del poeta fiorentino. Al Senato, nell’ambito di una cerimonia che vede la presenza del capo dello Stato, il Maestro proporrà un assaggio dell’opera cui sta lavorando, ispirata dalla ‘Vita Nova’

Nicola Piovani (Foto Infophoto) - INFOPHOTO
Nicola Piovani (Foto Infophoto) - INFOPHOTO

Cominciano stamani le celebrazioni per il 750mo anniversario della nascita di Dante Alighieri. Al Senato, nell’ambito di una cerimonia che vedrà la presenza del capo dello Stato, il maestro Nicola Piovani proporrà un assaggio dell’opera che sta componendo, ispirata dalla ‘Vita Nova’ del poeta fiorentino.

"A rileggere quell’opera – ha detto Nicola Piovani intervistato a 'Voci del Mattino', Radio 1 Rai - quello che mi ha colpito emotivamente è proprio immaginare il giovane Dante come un ragazzo, al tempo della morte di Beatrice. Era affetto da un amore che rasenta la malattia mentale: l'amore per una donna cha non ha mai frequentato e che però quando gli si presentava davanti gli provocava degli attacchi di meningite. E' una storia molto affascinante. Ci sono spunti per andare a capire cosa è questo amore assoluto, questo amore metafisico, questo amore epilettico. Trasporre questo amore in musica è difficile. Ma più che un senso di difficoltà, provo un senso di paura perché mi cimento in qualcosa probabilmente troppo alto per me".

"La sensazione continua è questa. E' qualcosa di un'altezza impressionante. Però - racconta - ho inseguito anche una mia sensazione: che Dante si fosse innamorato, più che di una donna, dell'amore. Ma forse, ancor di più, che si fosse innamorato degli endecasillabi. Ci sono dei barlumi di follia in questo rapportarsi all'amore così distante da noi".

La grandezza di Benigni è quella di trasmettere l'amore che lui ha per la poesia

Piovani ricorda così il ricordo scolastico di Dante: "L’approccio della scuola andava nella direzione opposta rispetto a quella giusta, che è fare innamorare della bellezza. I miei professori spiegavano bene ma non avevano interesse a farti innamorare di quella bellezza. E secondo me la grandezza di Roberto Benigni, che alcuni definiscono con un po' di disprezzo 'divulgativo', invece è proprio quella: trasmetterci l'amore che lui ha per quella poesia".

"L'amore per la musicalità di quei versi - prosegue il maestro - C'è una musicalità dentro gli endecasillabi dei sonetti di Dante che è veramente misteriosa. Mi sono innamorato di Dante leggendo e piangendo alla storia di Paolo e Francesca o del Conte Ugolino e poi innamorandomi della musicalità dei Canti del Paradiso. Lì la musica domina sul concetto. Non sto parlando da dantista, cerco di rimbalzare con la musica l'effetto bruciante che fanno a me certi pensieri di Dante e certi sonetti che stanno nella 'Vita Nova' e che saranno recitati insieme alla musica".

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