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Per nuovi direttori dei musei mission di Renzi e orgoglio di Franceschini

15 settembre 2015 | 21.23
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Il premier Matteo Renzi e il titolare del Mibac Dario Franceschini con i nuovi direttori dei grandi poli museali (Foto dal sito on line di Palazzo Chigi)
Il premier Matteo Renzi e il titolare del Mibac Dario Franceschini con i nuovi direttori dei grandi poli museali (Foto dal sito on line di Palazzo Chigi)

La carica dei 20 nuovi direttore dei musei, selezionati alla fine di agosto, è arrivata oggi al Mibact. Sono stati presentati alla stampa, infatti, dopo essersi confrontati con il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, i nuovi direttori dei grandi poli museali italiani, individuati con la procedura di selezione internazionale prevista dalla riforma varata da Franceschini. Un appuntamento 'solenne' tanto che vi ha anche preso parte il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che si è anche concesso una battuta, dopo aver salutato tutti i neo nominati, all'indirizzo di Gabriel Zuchtriegel, tedesco di 34 anni alla guida del Parco archeologico di Paestum: "Lei ci rottamerà tutti. Tranne Franceschini, che è 'irrottamabile'".

Quanto alla mission dei nuovi direttori: "Per i musei italiani c'è l'esigenza di raggiungere più persone possibile, rispettando la tradizione italiana. Questi nuovi direttori hanno una grande responsabilità, portare i musei italiani nel futuro", ha scandito Renzi. "La cultura al centro del dibattito politico può sembrare un tema banale dettato dalla fase agostana, ma non è così", ha affermato poi Renzi, aggiungendo che "abbiamo un'emergenza, l'idea di appartenenza ad una comunità, che oggi è profondamente in crisi come accade per l'appartenenza alla comunità europea. Ma noi mettiamo al centro quel patrimonio di valori che tiene insieme un popolo", sottolineando che "per noi la cultura è al centro di tutto. Poi si saranno le riforme, le emergenze e tutte le questioni che si prenderanno le prime pagine dei giornali, ma la nostra sfida è questa".

Il premier ha quindi colto l'occasione per affrontare il tema del "turn over" del personale nella pubblica amministrazione , riferendosi a quello dei musei, che "si può anche mettere in discussione ma in un quadro d'insieme". "Quello che si pone è il tema di una scelta strategica, di un piano per il personale della Pubblica amministrazione -ha spiegato il premier- Nell'assestato di Bilancio, già votato, c'è un aumento delle spese per il personale di 2,2mld fino a un totale di 89,5mld. Si tratta di una cifra per tutta la Pa, non solo per la cultura, che su un bilancio di 800mld non è drammatica ma in media Ue".

"Però credo esista lo spazio per un intervento intelligente, magari non c'è bisogno di un custode a sala ma è necessario capire dove servono gli investimenti sul turn over e dove servono investimenti diversi", ha aggiunto il Presidente del Consiglio, per il quale "il ritornello 'c'è bisogno di persone' non ha senso. C'è 'è bisogno di personale per il restauro da valorizzare e magari di ridurre il numero di amministrativi".

Nel suo intervento Franceschini ha sottolineato che con i nuovi 20 direttori "ci mettiamo, con molto ritardo, sulle linee che sono state indicate da molti decenni come punto di riferimento per le istituzioni museali. Arriviamo in ritardo, ma colmiamo il ritardo superando molti altri Paesi", ha spiegato Franceschini, ricordando che "è la prima volta che un Paese fa una selezione pubblica, internazionale aperta per i 20 più grandi musei".

Per il titolare di via del Collegio Romano, "i musei avranno un percorso autonomo, distinto dalle soprintendenze che si occuperanno solo di tutela". Soffermandosi sulla selezione, Franceschini ha ricordato: "Abbiamo scelto di immaginare un percorso alternativo alle normali regole della pubblica amministrazione per l'assunzione dei 20 direttori dei musei autonomi".

"Siamo all'inizio - ha scandito Franceschini - di un percorso di grandi cambiamenti. Credo che sia un pezzo del cambiamento del Paese". A far parte della pattuglia dei 20 neo nominati ci sono, in particolare, sette direttori non italiani. Il più giovane di tutti è l'archeologo Gabriel Zuchtriegel, 34 anni, nato a Weingarten nel Baden-Wurttemberg, che dirigerà il Parco Archeologico di Paestum. L'obiettivo iniziale e prioritario del suo mandato è quello di mettere "in moto la macchina". Prima di "partire con i singoli progetti è importante avere chiaro il bilancio. Non sarà soltanto il direttore a decidere".

Tra le cose da fare c'è la necessità di rendere sempre più raggiungibile il sito archeologico: "La raggiungibilità del sito è importante e va affrontato insieme ai partner locali, Comune e Regione". Bisogna anche "cambiare l'immagine di Paestum sulla quale bisogna lavorare. Si deve operare con internet e con i social, cambiando il percorso del museo", ha aggiunto il neodirettore del Parco Archeologico campano.

Tra le priorità di Eike Schmidt, a capo della Galleria degli Uffizi a Firenze, c'è invece la necessità di mettere al centro di ogni cambiamento chi visita la Galleria: "Ciò che mi sta più a cuore è l'esperienza del visitatore - ha osservato - E' un obiettivo strategico che si sviluppa su più piani che non si possono realizzare da un giorno all'altro. I risultati si vedranno tra un po' di tempo. La riunione di oggi è stata importantissima abbiamo parlato della riforma e abbiamo analizzato la situazione esistente e come potrebbe cambiare con la riforma".

Per il francese Sylvain Bellenger che andrà a dirigere il Museo di Capodimonte a Napoli, la "riforma è molto positiva ed è di segno europeo. Una competizione internazionale come questa non è mai stato fatto. La prima cosa da capire è come mai una collezione così importante come quella di Capodimonte sia fuori dagli itinerari turistici", ha concluso.

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