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Mostre: a Firenze 'Il Dado è tratto', arte contemporanea oltre la tradizione

22 settembre 2015 | 13.45
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Alberto Burri Catrame (1950)
Alberto Burri Catrame (1950)

Tornabuoni Arte inaugura giovedì a Firenze, in Lungarno Benvenuto Cellini, la mostra 'Il Dado è tratto . Arte contemporanea italiana oltre la tradizione' in programma fino al 28 novembre, a cura di Sergio Risaliti. Oltre quaranta opere esposte di artisti quali Afro, Boetti, Bonalumi, Burri, Capogrossi, Castellani, Dorazio, Fontana, Kounellis, Melotti, Merz, Nigro, Paolini, Pistoletto, Scheggi, Turcato, Vedova e Zorio per citarne solo alcuni, che con il loro lavoro documentano il superamento della tradizione figurativa dopo gli anni ’30 del Novecento. Nella mostra 'Il dado è tratto' il naturalismo non è un vincolo accademico a cui sottostare, l’artista è infatti libero di realizzare opere che non devono necessariamente riprodurre la realtà se non in termini di pura geometria. La pittura e la scultura astratta, in particolare, tracciano un vulnus, un distinguo nel rapporto mai risolto e mai pacifico tra tradizione e avanguardia. Il distacco dalla restituzione figurativa o antropomorfa del mondo reale o del corpo umano era a portata di mano già alla fine degli anni Venti.

A Milano in modo particolare erano stati attivati scambi internazionali assai fecondi, necessari allo sviluppo delle ricerche artistiche oltre la tradizione. Prova ne sono le vie intraprese da Lucio Fontana e Fausto Melotti, da Atanasio Soldati e Osvaldo Licini, in un clima sperimentale che vedeva anche forte la partecipazione di architetti riuniti attorno alla galleria del Milione. Ormai il rapporto con la tradizione e con le estetiche passatiste era mutato; ad un nostalgica esaltazione o evocazione della civiltà classica, si poteva opporre un’arte moderna capace di rischiare nuove forme, nuove immagini e materiali, senza rinunciare a quanto di fondamentale e originario necessitasse all’operare artistico.

Così Lucio Fontana, Fausto Melotti, e poi Alberto Burri, Giuseppe Capogrossi e Afro provocano in tempi diversi, prima o dopo la fine del secondo conflitto mondiale, uno strappo, muovendosi per segni, forme, strutture e gesti che indicizzavano altro rispetto alla restituzione mimetica della realtà. Gli artisti protagonisti della mostra saranno Afro, Alighiero Boetti, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Pierpaolo Calzolari, Giuseppe Capogrossi, Enrico Castellani, Ettore Colla, Gino De Dominicis, Piero Dorazio, Lucio Fontana, Piero Gilardi, Jannis Kounellis, Osvaldo Licini, Francesco Lo Savio, Piero Manzoni, Fausto Melotti, Mario Merz, Mario Nigro, Giulio Paolini, Claudio Parmiggiani, Pino Pascali, Michelangelo Pistoletto, Manlio Rho, Paolo Scheggi, Atanasio Soldati, Giulio Turcato, Giuseppe Uncini, Emilio Vedova, Gilberto Zorio.

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