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Arte

L'action'Farsi' di Raffaele Curi alla Galleria Foro Traiano di Roma

18 marzo 2016 | 19.06
LETTURA: 3 minuti

Raffaele Curi e Alda Fendi (foto Fotogramma)
Raffaele Curi e Alda Fendi (foto Fotogramma)

La Fondazione Alda Fendi 'Esperimenti' presenta domani alla Galleria Foro Traiano 1 di Roma, dalle ore 22.00 alle ore 1.00, l'action 'Farsi', un’installazione di Raffaele Curi. Ispirata all’idea del nascondimento, nel segno di Man Ray, dei suoi allievi Christo e Jeanne-Claude che elevano le potenzialità di un’immagine nascondendola, e prima ancora, di Tiziano e di Leonardo da Vinci, l’opera nasce in virtù dell’idea di sottrazione, del nascondere per svelare.

Protagoniste saranno due scatole, che nel corso dell’installazione, sveleranno pian piano simboli e personaggi. Il titolo, 'Farsi', è anche il nome della lingua ufficiale dell’Iran. È l’omaggio alla storia millenaria della Persia, culla di civiltà. "Qualsiasi cosa si faccia contro la sordità del mondo nei confronti della cultura va bene- dice Alda Fendi - È il principio dell’eterogenesi dei fini, una conseguenza non intenzionale di un’azione intenzionale. L’atto del nascondere invita alla conoscenza".

L'action verra’ ripetuta ogni 12 minuti. "Non aspettare di essere compreso -dice Raffaele Curi- crea e fai ciò che vuoi. Questo l’insegnamento di Man Ray, il mio maestro, di cui ho avuto la fortuna di essere assistente". Ma tutto parte da Leonardo, prosegue Curi: "Non iscoprite se libertà/t’è cara dè’l volto mio/è charciere d’amore. Questa frase si rifà alla consuetudine di stendere un velo sulle immagini per poi scoprirle in occasione delle feste comandate. Leonardo sceglie di far dire all’opera velata, appena si avvicina qualcuno, che la sua vista implicherebbe la perdita della libertà. È l’immagine stessa a parlare e nel farlo stimola una reazione nell’avventore".

"Ho scelto di produrre questa installazione -spiega Fendi- perché ho sempre adorato nell’arte il tentativo di creare automi con l’illusione di muoversi lontano dalla libertà : gli androidi, gli avatar o i personaggi da nascondimento di cui sono popolate le leggende, il percorso invasivo dell’infanzia, la molteplicità dei nostri pensieri nel corso di una vita intera".

Il velo che gli artisti cercano di frapporre tra la loro opera e lo sguardo del fruitore, "è il momento dell’arte che più mi affascina -rivela la stilista- Mistero intoccabile dell’atto creativo, dove le probabilità incidono sul senso dell’accondiscendere. Veloce e misteriosa la scelta di ogni occasione artistica. Veloce e misterioso ogni atto della nostra vita".

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