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Hayez da record a New York, quasi 2mln di dollari per il 'Bacio' battuto all'asta

26 aprile 2016 | 09.50
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Una delle tre versione de il ?bacio' di Francesco Hayez (Wikipedia /Wikicommon)
Una delle tre versione de il ?bacio' di Francesco Hayez (Wikipedia /Wikicommon)

Nuovo record mondiale per il dipinto-simbolo del Romanticismo italiano. Una delle tre versioni di "Il bacio" di Francesco Hayez (1791-1882) è stata battuta ieri sera dalla casa Christie's al Rockefeller Plaza di New York per quasi 2 milioni di dollari. Il dipinto è stato aggiudicato per la precisione per 1.865.000 dollari (circa 1 milione e 655mila euro) durante la sessione dedicata alla pittura europea del XIX secolo.

Stimato tra 700mila e 1 milione di dollari, il dipinto ad olio su tela (118.4 x 88.6 cm) fu realizzato nel 1867 e sulla parte posteriore è firmato 'Franco Hayez/Veneziano'.

Il precedente record era stato segnato nel novembre 2008 da Sotheby's a Londra per la versione di "Il bacio" del 1861, commissionata all'artista Francesco Hayez in occasione dell'unificazione d'Italia dalla famiglia Mylius, banchieri tedeschi trasferitisi a Milano.

Hayez realizzò la tela che ha segnato il nuovo record newyorchese per l'Esposizione Universale di Parigi del 1867: qui "Il bacio" affascinò il granduca Vladimir di Russia (1847-1909), fratello minore dello zar Alessandro III, che lo acquistò direttamente dall'artista. Il dipinto passò poi per via ereditaria nelle collezioni della figlia, la granduchessa Elena di Russia, che la trasmise alla primogenita Olga (1903-1977), fino ai discenti della famiglia imperiale, che sono gli attuali venditori.

Quella battuta a New York è una delle tre versioni di "Il bacio" che è stata in mostra a Milano fino al 21 febbraio scorso alle Gallerie d'Italia in piazza della Scala nell'esposizione dedicata a Hayez. In quella sede sono state esposte le tre versioni del celebre dipinto per la prima volta una accanto all'altra: c'erano, infatti, anche quella realizzata nel 1859 su commissione di Alfonso Maria Visconti di Saliceto e poi donata alla Pinacoteca dell'Accademia di Brera e quella del 1861 in cui il vestito della donna non è azzurro ma bianco (in collezione privata).

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