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Migranti: lo scrittore Kader Abdolah, nascerà un Islam italiano

03 novembre 2016 | 12.38
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Lo scrittore Kader  Abdolah
Lo scrittore Kader Abdolah

L'Italia non può essere lasciata sola. Di fronte alla pressione dei tanti migranti che bussano alle nostre porte, l'Europa "deve aiutare l'Italia" a risolvere i problemi generati dl costante afflusso di persone che approdano sulle coste siciliane. A pensarla così è Kader Abdolah, scrittore iraniano naturalizzato olandese, rifugiato politico in Occidente dopo aver lasciato la sua nazione nel 1985, inseguito dall'accusa di essere membro attivo dell'opposizione al regime degli Ayatollah. Autore di 'Un pappagallo volò sull'IJssel', incentrato sul tema dell'immigrazione islamica, ora pubblicato in Italia da Iperborea, Abdolah conversando con l'AdnKronos afferma che "nascerà un Islam italiano. I migranti avranno una nuova identità, diventeranno italiani con un background islamico".

In questo quadro, Abdolah sottolinea però l'urgenza di un intervento da parte dell'Europa anche per superare la paura che serpeggia tra molti cittadini italiani e del Vecchio Continente.I migranti che superano i nostri confini, sostiene lo scrittore, avranno una "nuova identità. La cultura, la lingua e la religione italiana li cambieranno donando loro una nuova identità. Sì, arrivano con la loro religione islamica ma, tra 50 o 100 anni, ci sarà un Islam italiano, che è completamente diverso. Loro diventeranno italiani con un background islamico". Si tratta di un percorso lento anche perché "dopo due, tre o quattro generazioni non possiamo cogliere la differenza". I migranti, insomma, "porteranno nuovi elementi nei paesi in cui sono approdati, in Italia, in Germania o altrove. Sì, io sono molto ottimista". In fondo, osserva lo scrittore, "l'immigrazione vuol dire perdere parte della tua identità e riceverne una nuova". Significa, quindi, ribadisce Abdolah, "diventare una nuova persona con una nuova identità".

Passando dai problemi dell'integrazione a quelli della prima accoglienza, Abdolah, pseudonimo di Hossein Sadjadi Ghaemmaghami Farahani, non sottovaluta la 'paura del diverso': "Capisco la paura dell'Italia - spiega - che si è mostrata fino ad ora molto aperta verso gli immigrati. Gli altri paesi europei stanno pensando a come trovare una soluzione per accogliere una parte degli immigrati, ma la paura è forte anche tra di loro. I governi non sanno come gestire queste persone". Abdolah, vincitore del premio Giuseppe Acerbi 2016 per la letteratura olandese, che riceverà a Castel Goffredo (Mantova) oggi alle 17,30, dà atto al nostro Paese di aver "salvato migliaia di immigrati dal mare e di averli aiutati a liberarsi dalle braccia della morte. Io, come scrittore, ringrazio l'Italia per questo grande aiuto, ma capisco anche gli altri paesi europei che non la aiutano. Dobbiamo trovare una soluzione per indirizzare una parte di tutti questi immigrati in altri paesi altrimenti ci saranno grandi problemi per l'Italia, la paura diventerà sempre più grande".

Lo scrittore non si nasconde poi di fronte alla questione aperta del fondamentalismo islamico che ha seminato la morte anche a Parigi e Bruxelles e che minaccia di colpire altre capitali del Vecchio Continente. "I fondamentalisti islamici - sostiene Abdolah - sono prima di tutto terroristi e non accetto di inserirli nella cultura islamica; questi terroristi sono pericolosi non solo per voi ma anche per i musulmani, per me e per la mia famiglia. Abbiamo questo problema anche in Iran, i fondamentalisti provengono dal fondo della cultura islamica ma bisogna giudicarli prima di tutto come dei terroristi". "T ra qualche anno i fondamentalisti non saranno in grado di armarsi e attaccare la civiltà europea", pronostica infine l'intellettuale, dopo aver sottolineato che in questo momento, però, "dobbiamo trovare un modo per fermarli, arrestarli e metterli in prigione. Credo che, fra 5 o 10 anni, non sentiremo più parlare di loro", conclude.

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