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Mostre: 'Da Caravaggio a Bernini' alle Scuderie del Quirinale

05 aprile 2017 | 13.59
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Salomè con la cabeza del Bautista di Caravaggio
Salomè con la cabeza del Bautista di Caravaggio

Giovedì 13 aprile il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella inaugurerà la mostra 'Da Caravaggio a Bernini. Capolavori del Seicento italiano nelle Collezioni Reali di Spagna', a cura di Gonzalo Redín Michaus.

L’esposizione, che resterà aperta dal 14 aprile al 30 luglio, incluse Pasqua e Pasquetta, è una co-organizzazione italo-spagnola e presenta per la prima volta in Italia le opere di Patrimonio Nacional, istituzione pubblica che tutela e valorizza il patrimonio artistico nella disponibilità della Corona.

Attraverso una straordinaria selezione di capolavori artistici, la mostra riflette gli strettissimi legami politici e culturali intercorsi tra i due Paesi nel XVII secolo, periodo in cui il collezionismo spagnolo di arte italiana rilancia la tradizione iniziata nel Cinquecento con Carlo V. Attraverso l’intermediazione di alti dignitari e il collezionismo diretto di Ambasciatori e Viceré, l’importazione di opere italiane in Spagna e il loro graduale confluire nelle Collezioni Reali contribuisce a generare la nascita di un gusto e di una scuola nazionale che con Diego Velázquez conquisterà vette assolute della Storia dell’Arte europea.

In questo assetto, le figure di Caravaggio e di Bernini rappresentano i cardini su cui si sviluppano rispettivamente la prima e la seconda metà del secolo, tra Naturalismo, Classicismo e Barocco.

Simbolo di questo scambio, sono due tra i capolavori in mostra: la 'Salomè' con la testa del Battista di Caravaggio (Madrid, Palacio Real), di cui il recente restauro ha rivelato l’eccezionale qualità pittorica, e 'La tunica di Giuseppe' di Diego Velázquez, dall’Escorial. Quest’ultima è una tela di grandi dimensioni realizzata dall’artista subito dopo il suo primo viaggio in Italia, tra il 1629 e il 1630, e dimostra le influenze ricevute dall’incontro con l’arte classica e la pittura italiana moderna: è uno dei massimi raggiungimenti della sua produzione, mentre il trionfo come ritrattista alla corte pontificia avverrà durante il suo secondo viaggio italiano, tra il 1649-1650.

Moltissime altre opere, come il Crocifisso del Bernini (proveniente dal Monastero di San Lorenzo dell’Escorial e raramente accessibile al pubblico), sono state commissionate o acquistate dai mandatari del re. Altre ancora sono state comprate dai rappresentanti della monarchia spagnola in Italia, alla morte dei quali sono andate ad accrescere le collezioni reali: è questo il caso della 'Salomè' di Caravaggio. In altri casi, le opere in mostra costituirono i doni diplomatici da parte di principi e governatori della Penisola al fine di ingraziarsi protezione e favori: è questo il caso di due tra i dipinti più spettacolari in mostra, 'Lot e le figlie' di Guercino e 'La conversione di Saulo' di Guido Reni, donati a Filippo IV dal principe Ludovisi per garantire la protezione spagnola sul minuscolo Stato di Piombino.

Un altro riflesso di questo interesse è l’invito a lavorare a corte rivolto ai maestri italiani, come è avvenuto a Luca Giordano, attivo in Spagna per ben dieci anni. Viceversa, lo spagnolo José de Ribera giunge a Roma nel 1606 e trascorre la maggior parte della sua vita a Napoli; Ribera è presente in mostra con cinque capolavori tra cui il celebre e magnifico 'Giacobbe e il gregge di Labano'.

Nel 1819 il re Ferdinando VII istituisce il Museo Real – in seguito Museo del Prado– dove sono state raccolte opere provenienti per la maggior parte dalle Collezioni Reali. Le opere che non sono state trasferite nel museo, sono rimaste nelle residenze a disposizione dei monarchi, i cosiddetti Reales Sitios.

Nel 1865 la regina Isabella II rinuncia alla proprietà personale dei beni ereditati dai propri antenati e ne cede la gestione allo Stato, ponendo le basi di quello che oggi è Patrimonio Nacional: è da questo straordinario fondo collezionistico, tutt’oggi sottoposto alla sua tutela, che i capolavori oggi presentati a Roma sono stati selezionati sulla base del loro eccezionale valore artistico e storico. Il progetto è sostenuto dal Gruppo Abertis.

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