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Scalfari e Saviano irreperibili, Siae non può pagarli

04 ottobre 2017 | 15.10
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
(Fotogramma) - FOTOGRAMMA

La Siae incassa i soldi dei diritti delle fotocopie dei libri, com'è suo dovere, ma in molti casi sembra che non trasferisca il dovuto agli autori. Il motivo? A quanto risulta all'AdnKronos non riesce a reperirli, anche quando si tratta di persone 'illustri' come il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari, lo scrittore Roberto Saviano, il giornalista Gian Antonio Stella, il filosofo Gianni Vattimo e l'attore e scrittore Fabio Volo. O persone ben conosciute come l'ex premier Enrico Letta, Eugenio Gaudio, rettore dell'Università La Sapienza di Roma o il giornalista Gad Lerner.

Il 'problema' è tanto concreto che ha indotto la Siae a pubblicare sul suo sito un elenco degli autori i cui recapiti, reperiti dagli enti cui si è avvalsa per contattarli, non risultano corretti, o danno luogo a dubbi. E proprio in questa lista figurano nomi di primo piano, fra i quali quelli citati e altri.

Che i diritti sulle fotocopie vadano incassati, e incassati da lei, è indubbio: come riporta la stessa Siae sul suo sito, "la legge n. 633 del 1941, così come modificata dalla legge 248 del 2000, consente la fotocopiatura dei volumi e fascicoli di periodici senza la preventiva autorizzazione degli aventi diritto, purché effettuata per uso personale ed entro il limite massimo del 15%, prevedendo che da parte di biblioteche e centri copia sia corrisposto un compenso. Siae, per legge, ha il compito di incassare e ripartire agli autori ed editori i compensi".

La Siae, spiega ancora la società, "corrisponde agli autori ed editori i diritti incassati per la fotocopiatura dei volumi o fascicoli di periodici effettuata presso copisterie, biblioteche pubbliche ed universitarie ecc.". Una volta ottenute le liste dei nominativi "dalle associazioni rappresentative degli autori ed editori" la Siae, si legge sempre nel sito, "provvede a contattare gli aventi diritto individuati per liquidare loro quanto di propria spettanza".

"In molti casi - afferma all'AdnKronos - il direttore dell’agenzia letteraria Bottega Editoriale, Fulvio Mazza - la Siae non prova neanche trovarli. Per cercarli si rivolge a varie strutture, una volta si è rivolta anche a noi. Ma l'impressione che ho avuto è che speri che le aziende cui si affida non trovino tante persone".

"Se ne trovassero tante - sottolinea Mazza - la Siae sarebbe costretta a pagare". Al contrario,"se non le trova trattiene i soldi. Non è che quei soldi vengono incamerati dalla Siae per tutta la vita - precisa Fulvio Mazza - però li gestisce. E dopo 25 anni, con l'usocapione, li incassa. E anche se non li incassano, dal punto di vista del diritto, i soldi restano nelle loro casse".

Mazza racconta inoltre: "Circa 3 o 4 anni fa la Siae mi chiese di contattare le persone 'non reperite'. Mi mandarono un file Excel con un migliaio di indirizzi e mi dissero di cercarli. Noi ne trovammo una percentuale abbastanza alta, pari a circa il 70% Non so perché mi tolsero l'incarico ma il mio sospetto e che io avessi trovato troppe persone. In generale, la cosa grave - sottolinea Mazza - è che fingono di non conoscere personaggi come Scalfari, Saviano, Letta o Lerner".

La Siae, interpellata dall'Adnkronos, ribadisce di avere "il compito di incassare il diritto di reprografia e liquidarlo agli autori ed editori delle opere letterarie fotocopiate, anche per coloro che non sono iscritti a Siae"; in quest'ultimo caso, specifica, "agisce su disposizione di legge, e non su mandato". La Società degli Autori ed Editori sottolinea che "per la maggior parte degli autori il contatto ricevuto risulta essere esatto, consentendo a Siae di anagrafarli e liquidarli, per altri il contatto non risulta valido".

"Se i contatti errati forniti appartengono a iscritti Siae in questo caso gli aventi diritto vengono automaticamente individuati e contattati; alcuni, seppur rintracciati - fa sapere la Siae - non intendono fornire i dati per ricevere le quote di loro spettanza. Per raggiungere comunque tutti gli aventi diritto, Siae ha messo a disposizione sul proprio sito istituzionale un apposito motore di ricerca, grazie al quale ogni interessato può riconoscere come proprie le opere che sono state fotocopiate". I diritti non liquidati e non "rivendicati" una volta caduti in prescrizione dopo 5 anni "sono utilizzati per finanziare progetti sociali e culturali e per promuovere la lettura", conclude la Siae.

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