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La facciata di Santa Maria in Trastevere torna al suo splendore

07 maggio 2018 | 16.39
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La facciata di Santa Maria in Trastevere  torna al suo splendore

Dallo studio delle fonti alla pulitura e al restauro, passando per un'accurata campagna diagnostica. La facciata della Basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma torna a rispendere grazie ad un intervento curato dalla Soprintendenza Speciale durato un anno e mezzo. Un restauro che ha interessato il mosaico medievale, le statue e le strutture in travertino e granito del Settecento e la pittura parietale ottocentesca. "Questo è un luogo simbolo della Roma medievale - ha spiegato il soprintendente Francesco Prosperetti nel corso della presentazione dei lavori - e il suo restauro è stato molto difficile. Si è trattato di armonizzare l'importante intervento ottocentesco, voluto da Pio IX realizzato da Virginio Vespignani, che ha riportato la facciata alle sue supposte sembianze medievali, con i resti veri di quel periodo storico rappresentati dal mosaico. La facciata medievale - ha ricordato Prosperetti - è stata profondamente rivisitata prima da Carlo Fontana nel 1700 e poi appunto da Vespignani. L'esigenza di far convivere il mosaico medievale con la pittura di Silverio Capparoni dell'Ottocento è stata risolta in maniera egregia".

Obiettivo dell'intervento è stato quello di "lasciare sotto tono gli affreschi e di dare risalto ai mosaici. Questo intento è riuscito e ci auguriamo che il restauro della facciata di Santa Maria in Trastevere sia solo il primo intervento di una vasto programma che vogliamo promuovere sui monumenti di Roma". I lavori, diretti da Elvira Cajano, sono costati circa 400mila euro, frutto di risorse provenienti dal bilancio ministeriale e da quello della Soprintendenza. Per Prosperetti "l'intervento è iniziato grazie a uno dei pochissimi finanziamenti ministeriali su Roma e si è concluso grazie a un'innovazione recente della nostra amministrazione che ha fatto sì che Roma venisse dotata di una Soprintendenza Speciale". Una struttura che può contare, ha ricordato Prosperetti, su un "finanziamento costante che arriva tramite il 30% degli introiti del Parco del Colosseo che è stato staccato dal resto della Soprintendenza. In sostanza si tratta di circa 13 milioni all'anno a disposizione dei monumenti romani".

Per il portico realizzato da Carlo Fontana all'inizio del 1700, oltre alla pulitura delle colonne in granito, sono stati necessari interventi di conservazione delle parti lapidee, in particolare delle statue in travertino. Lo scopo dei lavori sulla facciata, inoltre, è stato quello di restituire 'leggibilità' alla volontà di Pio IX, espressa nell’elaborazione architettonica e pittorica di Vespignani e Capparoni.

"Molte generazioni di trasteverini - ha ricordato il parroco della Basilica di Santa Maria in Trastevere, monsignor Marco Gnavi - non hanno conosciuto la bellezza della facciata che è un dono offerto a tutta Roma e a tutto il mondo. Non è finita qui perché dopo la facciata bisognerebbe intervenire nell'interno della Basilica. C'è un fiume carsico che segue longitudinalmente la navata centrale. In quegli ambienti, quindi, c'è molta umidità che arriva dal fondo Le mura delle Cappelle laterali presentano muffa e intonaci 'mangiati' e bisognerebbe intervenire lì'", ha concluso il parroco della Basilica trasteverina.

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