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Chi era Inge Feltrinelli

20 settembre 2018 | 12.04
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Una vita circondata dai libri. Una vita per i libri. "I libri sono tutto, i libri sono la vita" diceva. Era molto più che un'editrice, Inge Schönthal Feltrinelli, scomparsa a 87 anni. Presidente della casa editrice Giangiacomo Feltrinelli e icona della cultura del '900, in Italia e all'estero, la regina dell'editoria', come era stata ribattezzata, è morta la scorsa notte a Milano.

Fotografa, fotoreporter, grande appassionata di moda, di arte e di ogni forma di creatività, Inge aveva difeso con coraggio la stessa esistenza della Casa editrice Feltrinelli, alla tragica scomparsa del suo fondatore, il marito Giangiacomo, nel 1972. E lei che si era guadagnata il soprannome di "signora dei libri" e "regina dei libri" ("The queen of publishing", come la definiva la stampa anglosassone), si era convinta di poter cambiare il mondo, "in meglio", proprio grazie ai libri di qualità: così ha portato in Italia, nel corso degli ultimi cinquant'anni, scrittori, editori e intellettuali internazionali animando un contesto di inestimabile ricchezza.

Nata a Gottinga (Germania) il 24 novembre 1930, Inge Schönthal, figlia di ebrei tedeschi immigrati dalla Spagna, intraprende ad Amburgo la carriera di fotoreporter e giornalista. Nel 1952 trascorre un lungo periodo a New York ospite della pronipote del filantropo e banchiere statunitense J. P. Morgan, riuscendo a fotografare, tra gli altri, Greta Garbo, Elia Kazan, John Fitzgerald Kennedy, Winston Churchill e a stringere amicizia con Erwin Blumenfeld.

Tra le sue foto più celebri quelle degli scrittori Ernest Hemingway, Edoardo Sanguineti, Allen Ginsberg, Günter Grass, Nadine Gordimer, e dei pittori Pablo Picasso e Marc Chagall. Nel 1958 conosce l'editore Giangiacomo Feltrinelli che sposa nel 1960, seguendolo a Milano. Dal 1969, quando il marito entra in clandestinità e ancor più dopo la sua tragica morte il 14 marzo 1972 (dilaniato da un'esplosione sotto un traliccio a Segrate mentre stava preparando un attentato dei Gap, la formazione rivoluzionaria creata da lui stesso, secondo la versione ufficiale sulla quale Inge ha espresso più volte dubbi) , gestisce l'omonima casa editrice, affidandola in seguito al figlio Carlo, oggi amministratore delegato.

Il matrimonio con Giangiacomo segna l'ingresso di Inge nel mondo dell'editoria, forte dell'importante esperienza internazionale nelle vesti di giornalista e fotografa. La casa editrice Feltrinelli, fondata da Giangiacomo nel 1954 - che si afferma ben presto con 'Il dottor Zivago' di Boris Pasternak, 'Il gattopardo' di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e "Il tamburo di latta" di Gunter Grass - fa scelte importanti e innovative per tutti gli anni '60 grazie anche al talent scout di Inge.

Un grande merito va proprio a Inge che, prendendo le redini in qualità di vicepresidente a partire dal 1969, anno del ritiro a clandestinità di Giangiacomo, e di presidente dal 1972, quando il marito viene ritrovato morto carbonizzato, riesce a far superare alla Casa editrice un periodo particolarmente difficile e travagliato anche dal punto di vista finanziario.

Quello dopo la morte di Giangiacomo "fu un periodo difficile, ma non fui lasciata sola", ha ricordato Inge Feltrinelli. Grazie allo straordinario impegno profuso, alla collaborazione di un team di collaboratori altamente professionali, insieme ad accurate scelte editoriali, Inge riesce a risollevare le sorti della Casa editrice, assumendo un ruolo culturale di primaria importanza nella diffusione letteraria, nella promozione di nuovi autori e nell'esportazione della letteratura italiana all'estero.

La casa editrice Feltrinelli ha avuto il merito di contribuire al rilancio dell'editoria italiana nel dopoguerra con Giangiacomo e con Inge ha proseguito sulla strada della qualità, pubblicando libri che hanno fatto conoscere al pubblico italiano una ventina di Premi Nobel e numerosi scrittori stranieri dei cinque continenti.

Al tempo stesso Inge negli anni '70 e '80 ha continuato a mostrare grande attenzione ai libri dedicati all'attualità politica e sociale e al dibattito intellettuale, pubblicando con coraggio anche volumi scomodi ma destinati a diventare bestseller, tra i quali spicca 'Giovanni Leone: la carriera di un presidente' di Camilla Cederna, che vendette oltre 600 000 copie e che fu determinante nella decisione di Leone di dimettersi da Capo dello Stato nel 1978. Il suo ruolo culturale è stato riconosciuto con varie onorificenze, come quelle di Cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana, Commandeur de l'Ordre des Arts et des Lettres della Repubblica francese e della Croce al Merito al nastro dell'Ordine al Merito di Germania, oltre alla Laurea honoris causa conferitale dall'Università degli Studi di Ferrara.

Per la giovane fotoreporter che era stata ammirata da Ernest Hemingway (celebri i suoi scatti), fatale fu l'incontro con Giangiacomo Feltrinelli. Era il 14 luglio 1958. Inge conobbe l'editore milanese ad un party ed esordì con queste parole: "io so tutto di lei! Sua madre l'ho fotografata a New York ad un ballo e suo patrigno Luigi Barzini a Roma".

Un rapporto speciale legherà da allora Giangiacomo ad Inge che lo ha ricordato così: "era un tipo particolare, molto complicato, difficile, infelice, asociale, un outsider insomma. Apparteneva a una delle più importanti famiglie italiane ma non aveva la minima intenzione di assumersi quel ruolo. A lui interessavano gli scrittori e gli intellettuali, i politici. Le sue opinioni politiche erano fuori dal comune, come pure, in Italia, la sua posizione di editore e di esponente della futura classe dirigenziale. Non riusciva a venire a patti con quegli aspetti della società italiana che ancora erano un retaggio del fascismo".

Il pensiero rivoluzionario che abbracciò Giangiacomo nella seconda metà degli anni '60 non fu mai condiviso da Inge, tanto che lei in quegli anni non viveva più con il marito che nel 1969 era entrato in clandestinità con i suoi Gap. "Giangiacomo era così, aveva il sospetto che ci sarebbe stato un colpo di stato di destra e si era dato all’azione", ha raccontato. Gli autori che Feltrinelli pubblicava spesso avevano un rapporto privilegiato con Giangiacomo, ma anche con Inge. I coniugi Feltrinelli, ad esempio, incontrarono Fidel Castro per discutere con lui della sua autobiografia e non esitarono a criticarlo direttamente per la repressione che il Leader Maximo attuava all'Avana.

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