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Mostre: a Forlì il fascino dell'Ottocento tra Hayez e Segantini

30 gennaio 2019 | 17.45
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Particolare di 'Ruth' di Francesco Hayez
Particolare di 'Ruth' di Francesco Hayez

Un lungo percorso espositivo che va dall'Unità d'Italia alla Grande Guerra per scoprire il fascino dell'Ottocento italiano. E' la mostra 'Ottocento L'arte dell'Italia tra Hayez e Segantini' curata da Fernando Mazzocca e Francesco Leone, in programma dal 9 febbraio al 16 giugno ai Musei San Domenico di Forlì. Al centro dell'esposizione, gli anni esaltanti e tormentati che hanno visto gli intellettuali e gli artisti impegnarsi sul fronte comune della nascita di una nuova coscienza unitaria. La mostra propone un confronto tra le esperienze dei movimenti più sperimentali che, come i Macchiaioli e i Divisionisti, si sono espressi come un’alternativa alla cultura figurativa dominante e la cosiddetta arte 'ufficiale' che è stata invece, nel bene e nel male, non solo un strumento celebrativo e di propaganda, ma anche e soprattutto il mezzo più efficace e popolare per fare conoscere agli italiani i percorsi appassionanti e contradditori di una storia antica e recente caratterizzata da aspirazioni e slanci comuni, ma anche da drammatiche tensioni e divisioni.

Dai capolavori dell’ultimo dei Romantici, il vecchio Hayez, interprete degli slanci della giovinezza, di una bellezza senza tempo e delle passioni del Medioevo, si passa alla potenza visionaria del teatrale 'Otello' di Molmenti, del finalmente visibile Valentino a Capua di Previati, un dipinto leggendario come le epiche battaglie risorgimentali evocate dai lombardi Induno e Faruffini e dal meridionale Cammarano, presente con un quadro entrato nell’immaginario degli italiani come la 'Breccia di Porta Pia'. L’epica dei vinti, resa universale dal Signorini dell’'Alzaia' e dalla dolorosa attualità degli 'Emigranti' di Tommasi, appare placarsi nella dolcezza di un quadro mitico e amatissimo come le 'Due madri' e nei solenni paesaggi alpini, come quello monumentale di 'Alla stanga', che fanno di Segantini, celebrato da D’Annunzio, il genio che nei suoi occhi 'umili e degni' è riuscito a rendere l’ 'infinita bellezza' della natura. Quella natura che ci rivela il suo mistero in quel capolavoro che è 'Lo specchio della vita' di Pellizza da Volpedo.

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