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Editoria: da 'Mimi siciliani' al boom Camilleri, il mezzo secolo di Sellerio

03 febbraio 2019 | 12.44
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 - Foto di repertorio (Fotogramma)
- Foto di repertorio (Fotogramma)

Dai primi libri pubblicati nella collana 'La civiltà perfezionata', 'Mimi siciliani' di Francesco Lanza e 'Lettere sulla Sicilia' dello scrittore e architetto francese Eugène Viollet Le Duc, al boom internazionale di Andrea Camilleri. E' il percorso dalla casa editrice Sellerio che nel 2019 compie 50 anni. Fondata nel 1969, con un investimento di 12 milioni di lire, da Elvira e Enzo Sellerio con la collaborazione di Leonardo Sciascia e Antonino Buttitta, la casa editrice siciliana ha di fatto vinto la sua 'scommessa': è diventata un laboratorio culturale per la Sicilia e il Sud ma soprattutto per l'Italia intera, proiettandosi in una dimensione internazionale.

Dai suoi corridoi è passato un numero consistente di grandi scrittori, da Sciascia a Gesualdo Bufalino, passando per autori del calibro di Andrea Camilleri che ne è diventato un vero e proprio 'marchio di fabbrica'. Senza dimenticare altri romanzieri, studiosi e giallisti come Vincenzo Consolo, Luciano Canfora, Antonio Tabucchi, Gianrico Carofiglio, Santo Piazzese e Antonio Manzini, che ha dato vita al vicequestore Rocco Schiavone. A dominare editorialmente su tutti è stato Camilleri, protagonista di un fenomeno che ha fatto registrare numeri da record; e non solo per il suo personaggio più noto ed amato, il commissario Montalbano. Approdata anche in televisione, la serie del poliziotto di Vigata quest’anno compie 20 anni e la Rai festeggerà l’anniversario con la messa in onda di altri due episodi l’11 e il 18 febbraio. Un fenomeno editoriale, quello di Montalbano, se si considera che le sue indagini hanno venduto 25 milioni di copie in 20 anni.

Camilleri, però, non è il solo scrittore entrato nella scuderia della casa editrice siciliana. La prima vera svolta compiuta dalla Sellerio è rappresentata dalla pubblicazione di un pamphlet politico su una delle pagine più oscure della storia della Repubblica: il rapimento e l’assassinio del presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro nel 1978. 'L’affaire Moro' di Leonardo Sciascia, pubblicato nella collana ‘La civiltà perfezionata’ ha venduto centomila copie. "È un libro di denuncia, senza parrocchie - ricorda la casa editrice - coraggioso, scritto nella prosa magnifica di Sciascia. Non teme di essere un libro di grande responsabilità ideale; ma è fatto per essere letto e goduto". Insomma, con il saggio di Sciascia, "è nato lo stile di una casa editrice e il suo spazio a livello nazionale".

Un altro fiore all'occhiello della Sellerio è stato Gesualdo Bufalino: un intellettuale coltissimo ma schivo e appartato, 'scovato' da Elvira Sellerio che lo ha guidato verso il successo. Il libro dello scrittore di Comiso, 'Diceria dell'untore', è stato pubblicato nel 1981 ottenendo la sua consacrazione con il premio Campiello. Un successo per Bufalino, autore ricercato con uno stile barocco, ma anche per la casa editrice: la pubblicazione del libro segna, infatti, il suo ingresso tra le grandi aziende editoriali nazionali. Un passaggio che sgancia la Sellerio dal contesto regionale in cui aveva mosso i suoi primi passi.

Gli anni Ottanta sono segnati dalla presenza di altri protagonisti della letteratura italiana. Scrittori di vaglia come Antonio Tabucchi o il siciliano Vincenzo Consolo, finiti "nel dimenticatoio, che Sellerio scopre e rilancia", come spiega la casa editrice. In casa Sellerio gli anni ’90 coincidono con la grande stagione del poliziesco declinata secondo punti di vista diversi: con il suo libro d’esordio del 1990, 'Carta Bianca', Carlo Lucarelli dà inizio al 'giallo Sellerio' che sarà alimentato dalla scuola siciliana interpretata, oltre che da Camilleri, anche dallo scrittore palermitano Santo Piazzese.

Negli anni Duemila la Sellerio raggiunge una dimensione sempre più internazionale. A far parte del suo catalogo non ci sono più soltanto autori italiani ma anche un buon numero di romanzieri stranieri. Su tutti a 'brillare' è la scrittrice canadese Margaret Doody con il suo Aristotele detective le cui storie diventano un "best seller: il primo libro, seguito da altri due in prima mondiale” sono "venduti in più di centomila copie", ricorda la casa editrice che evidenzia anche un altro caso editoriale di questo periodo. Quello di Penelope Fitzgerald, "un caso letterario europeo degli ultimi anni". Si tratta di "un’anziana signora inglese che parla delle cose profonde e invisibili e forti della vita con una grazia colorita di tinte tenui", spiega la Sellerio.

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