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Mostre: Venezia, retrospettiva antologica di Burri a San Giorgio Maggiore

05 febbraio 2019 | 11.31
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Alberto Burri: Rosso Plastica M3, 1961, particolare.  Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri
Alberto Burri: Rosso Plastica M3, 1961, particolare. Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri

L’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia presenterà dal 10 maggio al 28 luglio prossimi 'Burri - la pittura, irriducibile presenza', ampia retrospettiva antologica dedicata ad Alberto Burri, a coronamento di una stagione di grande celebrazione dell’artista umbro sia in Italia sia all’estero. La mostra, curata da Bruno Corà, Presidente della Fondazione Burri, e organizzata dalla Fondazione Giorgio Cini e dalla Fondazione Burri in collaborazione con Tornabuoni Art e Paola Sapone Mcia, è un progetto concepito appositamente per Venezia che ripercorre cronologicamente le più significative tappe del percorso del Maestro della ‘materia’ attraverso molti dei suoi più importanti capolavori.

Dai rarissimi Catrami (1948) agli ultimi e monumentali Cellotex (1994), con circa 50 opere provenienti da importanti musei italiani e stranieri, dalla Fondazione Burri e da prestigiose collezioni private, l'allestimento ricostruisce nella sua interezza la parabola storica di uno dei più grandi protagonisti dell'arte italiana ed europea del XX secolo. La mostra riporta così Burri a Venezia dopo la memorabile personale che nel 1983 vide protagoniste 18 opere del ciclo Sestante nel suggestivo edificio degli ex Cantieri Navali alla Giudecca, segnando una tappa fondamentale nella carriera dell’artista.

"Dopo un quarto di secolo dalla sua scomparsa, avvenuta nel 1995, la mostra pone in evidenza la trasformazione recata da Burri nell'arte del XX secolo - spiega Corà - Non è improprio paragonare l'innovazione linguistica introdotta da Burri con la 'presentazione' sistematica della materia reale al posto della mimesi rappresentativa, alla rivoluzione giottesca compiuta nel sostituire ai cieli d'oro della pittura medioevale il celeste che si poteva osservare in natura. In entrambe le innovazioni veniva introdotto il 'vero' nella pittura al posto della finzione imitativa di esso. Lo shock prodotto da Burri negli anni dell'immediato dopoguerra - continua il curatore - si può misurare solo con l'effetto ottenuto in tutto l'arco di esperienze artistiche da lui influenzate: dal New Dada di Rauschenberg, Jonhs e Dine, al Nouveau Réalisme di Klein, César, Arman e Rotella, dall'Arte Povera di Pistoletto, Kounellis, Pascali e Calzolari all'arte processuale e fino al neominimalismo a base monocroma".

Nella mostra alla Fondazione Cini saranno ricostruiti alcuni fondamentali passaggi della pittura di Burri quale caposcuola della pittura materica: verranno ad esempio riuniti per l’occasione tre grandi Sacchi del 1952, larghi 2,5 metri ciascuno, che Rauschenberg ebbe l’occasione di osservare l’anno successivo durante la preparazione della propria mostra alla Galleria dell'Obelisco di Gaspero Dal Corso e Irene Brin dal titolo Scatole e feticci, in occasione di una visita compiuta nello studio di Burri, e che lo impressionarono così fortemente da indurlo a cambiare lavoro, giungendo nel 1954 a dipingere i Combine Paintings sotto l'evidente influsso burriano. In esposizione ci sarà anche un nucleo rilevante di Plastiche e un monumentale Cellotex del 1979 di quasi 3 metri per 4.

'Burri - la pittura, irriducibile presenza' porta inoltre a compimento un percorso di riconoscimenti internazionali che negli ultimi anni ha ulteriormente affermato la grande attualità dell’opera di Alberto Burri, confermandolo tra i grandi maestri dell’arte italiana del Novecento: nel 2015 in occasione delle celebrazioni del Centenario della nascita dell’artista il Solomon R. Guggenheim Museum di New York ha dedicato a Burri una retrospettiva antologica, così come la Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen K21 Ständehaus di Düsseldorf, a cui si sono aggiunte manifestazioni in numerose istituzioni italiane, tra cui la grande mostra nella sede della Fondazione Burri a Città di Castello (Perugia) a fine 2016.

La lettura della carriera di Burri sarà resa organica dalla presenza di una sezione documentaria multimediale dell'intera attività dell'artista, in cui sarà possibile vedere anche alcuni rari film che lo ritraggono in azione. Il catalogo bilingue (italiano-inglese), introdotto da un saggio critico del curatore Bruno Corà, Presidente della Fondazione Burri, e di Luca Massimo Barbero, Direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, conterrà il repertorio di tutte le immagini delle opere e offrirà così rinnovati strumenti di conoscenza del lavoro e del profilo dell’artista stesso, anche grazie a una sezione bibliografica interamente aggiornata. L’allestimento è realizzato da Archea Associati.

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