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Roma: la bici pedala nell'arte, 'Maledetta primavera' mostra di Rotafixa

01 giugno 2019 | 16.12
LETTURA: 3 minuti

Esposizione di quadri e telai realizzati da Paolo Bellino fino a domani in via degli Zingari

Roma: la bici pedala nell'arte, 'Maledetta primavera' mostra di Rotafixa

La bici pedala nell'arte. Paolo Bellino, giornalista da sempre in prima linea per una "ciclabilità moderna" anche nelle grandi città, ha realizzato una mostra d'arte dove la bicicletta è naturalmente la protagonista assoluta che sarà fruibile fino a domani a Roma, in via degli Zingari 37, nel Rione Monti. 'Maledetta primavera' è il titolo della mostra nella quale sono finiti anche telai realizzati dallo stesso Paolo Bellino, in arte 'Rotafixa'.

"Niente mi costringe a imbrattare tele. La mia ricerca sulla bicicletta, che inizia nel 2002, - spiega Rotafixa - è da subito stata diretta alla sottrazione del superfluo. Sono arrivato quindi alla bici suprema, quella a ruota fissa, per intenderci quella da pista, senza nessun accessorio come freni o cambio. Non potevo sottrarre oltre".

"Quasi ogni cosa (telai, tele, colori, gli affaretti per appendere il quadro) - racconta ancora Paolo Bellino - è fatta da me o recuperata. Alcuni telai, come quelli di Grande Sorella e Esco a fare un giro, sono fatti da me, altri recuperati da restauratori o artigiani che dovevano buttarli (in uno, Love Santa Bibiana Rovinata, si nota che prima c'era un ritratto di San Carlo Borromeo, perché viene dal restauro di dipinti contenuti in un monastero). Le tele, che tendo io sul telaio, provengono da varie fonti: pezze di lino e canapa che qualche tappezziere buttava, scampoli di dacron e mylar presi alla veleria Incarbona dell'Isola Sacra, molti erano banner pubblicitari in Pvc ottenuti in vari modi. Compro i pigmenti, l'olio di lino e l'acrilico - in ferramenta -; alcuni pigmenti, come la curcuma, l'indaco o la porpora, sono stati acquistati nei mercati; la porpora viene da quello di Agadir, l'indaco da quello di Marrakesh. Uso strumenti da me costruiti a partire da oggetti destinati ad altro sia per tesare le tele sia per spargere o togliere -nei casi di quadri in sottrazione come Buona sera signorina, Estate, Missing Kraftwerk, Cioccolato, Moorena- il colore. In alcuni casi, qui non presenti perché già dentro alcune case, ho dipinto su tavole recuperate da mobili Ikea buttati accanto ai cassonetti del rione Monti, dove vivo (sì, è una critica a chi li ha buttati)".

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