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Il regista Pasovic: "Nobel a Handke premia nazionalismo estremo"

11 ottobre 2019 | 19.49
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Il fondatore del Sarajevo Film Festival, 'l'Accademia di Svezia diffonde il razzismo'

Il regista teatrale  Haris Pasovic
Il regista teatrale Haris Pasovic

"Il Premio Nobel a Peter Handke è una vergogna per la Svezia e l'Europa. Aspetto, ora, la reazione del governo svedese. Si tratta, comunque, di una decisione premeditata e deliberata nei confronti di un uomo che ha sostenuto un criminale di guerra, Milosevic 'il macellaio dei Balcani' e che ha fatto apologia del genocidio. A mio avviso l'Accademia di Svezia diffonde il razzismo e premia il l'estremismo ". E' quanto ha dichiarato all'Adnkronos Haris Pasovic, pluripremiato regista teatrale, cofondatore del Dipartimento di Regia dell’Accademia delle Arti dello Spettacolo di Sarajevo. Durante l’assedio di Sarajevo produsse un leggendario 'Aspettando Godot' di Samuel Beckett diretto da Susan Sontag e fondò il Sarajevo Film Festival. E' alla guida, in Italia, di Mittelfest.

"Peter Handke è un paladino del nazionalismo estremo, ha tentato, tra l'altro, di giustificare il genocidio dei musulmani bosniaci. Lo ripeto, l'Accademia di Svezia ha inviato, in questo modo, un messaggio a tutte le forze estremiste protette dalle 'élite' istituzionali. Una consacrazione - ha scandito Pasovic - e un premio per tutti loro". "Troppi scandali negli ultimi anni per il Nobel - ha poi affermato in generale il regista - E poi basti pensare a Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la Pace trasformatasi in un brutale didattore o a Barak Obama. Ha ricevuto il Nobel solo pochi giorni dopo essere stato incoronato presidente degli Stati Uniti. Tutto questo è ridicolo - ha proseguito - Obama non ha mai chiuso il campo di prigionia di Guantanamo e la sua politica in Medio Oriente è stata un disastro".

"Sembra che Jean-Paul Sartre - ha continuato Pasovic - fosse profondamente consapevole dell'ipocrisia del Nobel. Per questo lo rifiutò nel 1945. Sono convinto, comunque che non si possa separare l'arte della vita, il proprio vissuto dall'attività professionale. Altrimenti dovremmo celebrare Albert Speer, architetto, politico e scrittore tedesco, ministro per gli armamenti del Reich".

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