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Pompei, riapre dopo 40 anni la Domus degli Amanti

18 febbraio 2020 | 10.44
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Era chiusa dal terremoto dell'Irpinia del 1980. Il direttore del parco archeologico all'Adnkronos: "Uno dei pochi casi in cui si vedono i piani alti travolti dall'eruzione"

Un momento dei restauri nella casa degli amanti
Un momento dei restauri nella casa degli amanti

Di Carlo Roma
Tre nuove domus aperte e la fine dei lavori di messa in sicurezza del sito archeologico. A Pompei oggi saranno riaperte, alla presenza del ministro dei Beni culturali e del Turismo Dario Franceschini, tre importanti domus, una delle quali, la Casa degli Amanti, era chiusa dal terremoto dell'Irpinia del 1980. A dirlo all'AdnKronos è il direttore del parco archeologico di Pompei Massimo Osanna. "La Casa degli Amanti - sottolinea Osanna - è l'unico caso con peristilio doppio che si è conservato. All'epoca del soprintendente Maiuri (nominato nel 1924 soprintendente alle Antichità della Campania ndr) fu restaurato il piano superiore. E' quindi uno dei pochi casi in cui si vedono i piani alti che a Pompei sono stati tutti travolti dall'eruzione".

"Negli anni '30, quando si scavò, si riuscì a recuperare tutto il piano alto del peristilio. Noi abbiamo anche ripristinato i giardini. Questa casa non era aperta dal terremoto del 1980", spiega Osanna. Per quanto riguarda l'altra domus, quella del Frutteto, il direttore del Parco Archeologico sottolinea che "era stata aperta in passato ma non era stato fatto un grande restauro degli affreschi, che rappresentano dei giardini sacrali legati anche al culto di Osiride e che sono tra i più belli di Pompei". Gli affreschi "sono stati restaurati e c'è ora un nuovo impianto di illuminazione che rispetta la pittura". E' stato realizzato inoltre "un sistema di passerelle per entrare nei luoghi più delicati".

La terza domus che verrà aperta è quella "della Nave Europa, che era tutta puntellata perché il soffitto non reggeva più. Con i lavori è stato possibile ripristinare le coperture e finalmente riaprirla. Nella Domus c'è un enorme graffito che rappresenta una nave che dà appunto il nome alla Casa". Oltre alla riaperture, sottolinea Osanna, "si chiudono i lavori di messa in sicurezza del sito. Ora Pompei è tutta in sicurezza quindi si scongiura la perdita di ulteriore materia archeologica", conclude Osanna.

"Pompei è una bellissima storia di riscatto e rinascita", ha detto Dario Franceschini in occasione della sua visita agli scavi: "Era sinonimo di crolli, di file di turisti in attesa davanti ai cancelli, di incapacità di spendere i fondi, adesso è l'opposto. È un modello nel mondo, come hanno riconosciuto l'Unesco e la stessa Unione Europea", ha aggiunto il ministro, sottolineando poi che "i 105 milioni di euro previsti per il Grande progetto Pompei sono stati spesi tutti e bene adesso abbiamo stanziato altri 50 milioni di euro per proseguire i lavori perché a Pompei i lavori non finiranno mai, ci sono 22 ettari ancora da scavare e la città richiede manutenzione e ricerca continua. I risultati di questi anni sono sotto gli occhi di tutti - ha concluso Franceschini - e il merito va al lavoro lungo e silenzioso delle tante professionalità dei beni culturali che hanno lavorato con impegno e tenacia".

Un lavoro che, in estrema sintesi, ha reso gli Scavi più sicuri e più fruibili. Il piano straordinario di salvaguardia delle strutture archeologiche della città antica di Pompei, avviato nel 2014 con il Grande Progetto Pompei e concluso con la messa in sicurezza delle Regiones I, II e III. In cinque anni sono stati eseguiti 76 interventi relativi ai cinque piani previsti dal Grande Progetto Pompei, di cui 51 per il piano delle opere (interventi su strutture archeologiche), 8 per il piano della conoscenza, 2 per il piano della sicurezza, 7 per il piano della capacity building, 8 per la fruizione e comunicazione.

Gli interventi conclusi sono 75 e in 5 dei relativi cantieri sono in corso le fasi di collaudo. Resta in via di conclusione il cantiere "di intervento di messa in sicurezza dei fronti di scavo" (Gppm), ovvero dei tre chilometri di perimetro che costeggia l’area non scavata di Pompei. Di questo grande cantiere è stato già portato a termine l’intervento sui fronti di via del Vesuvio, di recente restituita alla fruizione con l’apertura della casa di Leda e il cigno, e nell’area del cosiddetto 'cuneo', dove sono venute in luce due domus di pregio con suggestivi affreschi, mosaici e reperti e il vicolo dei balconi, che ha ricongiunto il vicolo delle Nozze d’argento con l’arteria principale di via di Nola. Il totale della spesa al 30 gennaio 2020 è di 92 milioni di euro.

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