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Coronavirus, Alberto Angela: "Cultura unisce il Paese"

25 marzo 2020 | 15.50
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(Fotogramma)
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(di Carlo Roma) "In questo momento la cultura unisce tanto, può essere un mezzo per unire ancora di più il Paese che ha dimostrato in questi giorni e settimane una grandissima compattezza diventando un modello anche per l'estero". Parola di Alberto Angela che, conversando con l'Adnkronos, fa il punto sull'informazione culturale e, più in generale, sul ruolo che la cultura può svolgere ai tempi del coronavirus. Angela, che questa sera torna su Rai1 con 'Stanotte a Venezia', accompagnando gli spettatori fra calli e campielli alla scoperta della città notturna, spiega che proprio la cultura ha avuto "probabilmente un suo peso molto importante" nella "prontezza" con cui sono state adottate tutte le misure contro questa emergenza" e "nell'unità" fin qui dimostrata dall'Italia.

La scelta di mandare in onda delle puntate di '''Ulisse - Il piacere della scoperta' di 'Stanotte a...' e di 'Meraviglie-La Penisola dei tesori' ha vari obiettivi. Il primo è quello di idealmente fare uscire le persone facendole restare a casa", afferma Angela. Il secondo scopo è quello di "rivedere il nostro patrimonio culturale che ci appartiene e che ci sta aiutando molto nel modo di pensare". Il terzo motivo per la messa in onda di questi programmi è quello di "premiare l'Italia sostenendo chi, in questo momento, è in grande sofferenza perché vive di turismo. E' un modo per ricordare che, a un certo punto, tutto finirà. Allora bisognerà ricordare chi adesso è in prima linea senza dimenticare i medici, gli infermieri e tutti coloro che stanno tenendo in piedi il Paese". Angela aggiunge poi che "il palinsesto è molto influenzato da questa emergenza: molti programmi non si possono più realizzare. Noi stessi abbiamo fermato qualunque lavorazione e siamo in attesa che tutto finisca per vedere poi come ripartire".

Per Angela è molto interessante osservare come l'Italia si sta comportando in questa difficile fase. Un approccio frutto anche del "retaggio del nostro passato. Si dice che - sostiene - la gran parte del patrimonio culturale mondiale si trovi da noi. Si tratta di opere e capolavori che ci hanno lasciato le generazioni che si sono succedute quanto meno negli ultimi 3mila anni di storia. Capolavori che, in fondo, ci trasmettono anche dei valori che ci stanno aiutando e unendo molto, permettendo al Paese di dare un'ottima risposta. E' come se le varie generazioni del passato stessero combattendo con noi".

"Insomma - prosegue Angela nell'affrontare l'emergenza abbiamo tremila anni storia che ci aiutano a misuraci con le difficoltà. All'estero, invece, Paesi che noi ammiriamo, hanno tentennato ed atteso e infine hanno seguito la nostra scia. Hanno scelto delle soluzioni simili a quelle dell'Italia. Quando c'è un'emergenza bisogna agire subito, in un modo o in un altro. E credo che noi ci siamo mossi molto bene".

Ritornando, infine, sul concetto di unità, Angela evidenzia che "viviamo in un piccolo Paese ricco di tante realtà e capolavori, che il mondo ci invidia. Un Paese che riesce ad indicare a tutti una via. Con quello che stiamo facendo insieme stiamo lasciando alle generazioni future un modo per essere orgogliosi. Bisogna stringere i denti e insieme ne usciremo. Più staremo a casa e prima ne usciremo", conclude Angela.

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