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E' morto l'antropologo David Graeber

03 settembre 2020 | 21.01
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Il 59enne americano era il teorico di Occupy Wall Street. Il decesso all'ospedale di Venezia per cause ancora ignote

Foto dal suo account Twitter
Foto dal suo account Twitter

L'antropologo statunitense David Graeber, attivista anti globalizzazione molto noto nei social forum e nel movimento di Seattle, diventato un punto di riferimento per il movimento di protesta Occupy Wall Street, è morto all'età di 59 anni in ospedale a Venezia. L'annuncio della scomparsa è stato dato oggi dalla moglie, l'artista e scrittrice Nika Dubrovsky, su Twitter. "Ieri la persona migliore al mondo, mio marito e il mio amico. David Graeber è morto in un ospedale di Venezia", ha scritto la moglie. In una dichiarazione, l'editore inglese di Graeber, Penguin Random House, come riferisce il quotidiano londinese 'The Guardian', ha affermato che la causa del decesso non è ancora nota.

Nato a New York il 12 febbraio 1961, David Graeber, che viveva a Londra, era professore alla London School of Economics. Come uno dei più noti esponenti del movimento Occupy Wall Street, considerato un attivista anarchico, ha studiato nel vivo dell'azione la sperimentazione sociale fatta dai nuovi movimenti emergenti. Autore di numerosi saggi tradotti in molte lingue, Graeber era opinionista della Bbc e scriveva regolarmente per testate come 'The Guardian', 'Strike!' e 'New Left Review'.

Graeber aveva iniziato la carriera come professore di antropologia all'Università Yale, dove ha insegnato fino al maggio 2005, quando l'ateneo americano non gli rinnovò il contratto; una decisione che diede luogo a controversie per il sospetto di una sottostante motivazione politica. Nel 2002 aveva partecipazione ai movimenti di protesta contro il Forum economico mondiale a New York. Il suo libro più recente è 'Bullshit Jobs' (in italiano edito da Garzanti nel 2018), incentrato sulle professioni "senza senso che rendono ricco e infelice chi le svolge e costituiscono il fondamento del nuovo capitalismo globale". Tra i suoi libri 'Frammenti di antropologia anarchica" (Elèuthera, 2006), 'Debito. I primi 5000 anni' (Il Saggiatore, 2012), 'La rivoluzione che viene. Come ripartire dopo la fine del capitalismo' (Manni Editori, 2012), 'Critica della democrazia occidentale. Nuovi movimenti, crisi dello stato, democrazia diretta' (Elèuthera, 2012), 'Rivoluzione: istruzioni per l'uso' (Rcs Libri, Milano, 2012), 'Oltre il potere e la burocrazia. L'immaginazione contro la violenza, l'ignoranza e la stupidità' (Elèuthera, 2013), 'Progetto democrazia. Un'idea, una crisi, un movimento' (Il Saggiatore, 2014), 'Il potere dei re. Tra cosmologia e politica' (con Marshall Sahlins, Raffaello Cortina Editore, 2019).

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