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Da blog a movimento, oltre 1.000 fotografi volontari in 'Shoot4Change'

07 febbraio 2014 | 13.58
LETTURA: 3 minuti

Da blog a movimento, oltre 1.000 fotografi volontari in 'Shoot4Change'

All'inizio era il blog personale di un appassionato di fotografia, oggi è una rete internazionale di volontariato fotografico sociale che raccoglie più di 1.000 associati, dai professionisti del National Geographic ai principianti, che hanno deciso di donare parte della propria professionalità e del proprio tempo a "Shoot4Change", organizzazione nonprofit che attraverso le immagini dà voce a persone e storie che normalmente non vengono ascoltate né raccontate. (VIDEO- FOTO)

Partito a Roma nel 2009, oggi Shoot4Change ha la sua prima sede a Roma, La Casa dei Raccontastorie, alla cui nascita ha contribuito una donazione di 25mila euro arrivata da Google e grazie alla quale è stato possibile ristrutturare un ex capannone industriale e avviare anche la scuola di fotografia e video gratuita per immigrati richiedenti asilo che si va ad aggiungere alla realizzazione di mostre, pubblicazioni, reportage, resi possibili grazie al lavoro volontario di quanti aderiscono al progetto.

La svolta, per il blog personale di fotografia di Antonio Amendola (che nella vita fa il consigliere del vice ministro allo Sviluppo Economico Catricalà) avviene nel 2009. "Attraverso il mio blog cercavo di diffondere il valore sociale della fotografia - racconta all'Adnkronos - estraneo all'associazionismo, a un certo punto mi è stato chiesto di raccontare con le immagini la Marcia Mondiale per la Pace e la non Violenza e lì ho avuto l'idea di lanciare una 'chiamata alle armi fotografica' attraverso il blog che ha avuto un'inaspettata risposta".

Grazie alle persone che hanno inviato gratuitamente i propri scatti della Marcia è stato possibile non solo testimoniare l'evento, ma soprattutto "capire che c'è un grande desiderio condiviso di raccontare storie", sottolinea Antonio Amendola. Da questa intuizione nasce Shoot4Change che ha "semplicemente" offerto una piattaforma a disposizione di questo desiderio. La classica "scoperta dell'acqua calda", la definisce Amendola, oggi fondatore e presidente non solo di un network internazionale ma soprattutto di un quello che lui chiama "movimento", che parte da Roma, passa per New York, Barcellona e Città del Messico.

Una realtà che "nel mondo della fotografia ha destato un certo scalpore all'inizio, perché eravamo visti come 'quelli che regalano le fotografie'", spiega Andrea Ranalli, project manager di Shoot4Change. Ma se è vero che le fotografie vengono donate dai professionisti aderenti al network, per sostenere progetti di sviluppo e di sostegno attraverso mostre, serate, eventi e pubblicazioni, è anche vero che l'associazione si riserva la possibilità di venderle, se a richiederle è una realtà che può permettersi di pagare.

Il ricavato viene sempre utilizzato a sostegno di progetti umanitari: come nel caso dell'ultima iniziativa in ordine di tempo, "Shoot 4 Coffee", realizzata in collaborazione con la cooperativa locale di agricoltori Cesmach, per raccontare le storie dei contadini che lavorano nelle piantagioni di caffè in Chapas, la loro esperienza di coltivazione biologica ma anche il conflitto con le multinazionali. Ai fotografi, in questo caso, si è unita la Brigata Medica grazie alla quale è stato possibile aggiungere al lavoro per immagini anche l'intervento sanitario.

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