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Milano: da cancelliera a poetessa in carcere, Ambrogino d'oro a Maddalena Capalbi

06 dicembre 2015 | 16.08
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Milano: da cancelliera a poetessa in carcere, Ambrogino d'oro a Maddalena Capalbi

Da cancelliera alla procura di Milano, vero e proprio braccio destro di magistrati 'illustri', a poetessa, in privato, ma anche e a lungo in carcere come volontaria. Si chiama Maddalena Capalbi, per tutti 'Madda' e domani riceverà dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia la più importante benemerenza civica ambrosiana, l'Ambrogino d'oro. A nemmeno ventiquattro ore dalla cerimonia Maddalena è emozionatissima: "mamma mia, speriamo che non mi chiedano niente" dice al telefono con l'Adnkronos.

Nella cittadella giudiziaria milanese tutti, giudici, avvocati, magistrati, giornalisti, conoscevano Maddalena. Romana d'origine, con un'accento che i tanti anni trascorsi a Milano non le hanno mai tolto del tutto, e con quello spirito di chi non si fa mai abbattere dalle avversità ma le affronta con concretezza e forza, è sempre stato impossibile non notarla. Intanto per quella chioma di ricci rossi che le circondano due occhi azzurri vivaci e un sorriso sempre pronto a lasciarsi andare ad una 'sana' risata. Risoluta, appassionata del suo lavoro, ha collaborato ad inchieste importanti condotte da magistrati del calibro di Giuliano Turone, Francesco Di Maggio, il dottor 'sottile', alias Piercamillo Davigo all'epoca di Mani Pulite. E poi l'ex procuratore capo, Edmondo Bruti Liberati. Sempre in ufficio, la raggiungevano le sue figlie, all'epoca piccole, Veronica e Mirta. Ed è in ufficio che, divorziata da tempo, ha conosciuto quello che da anni è suo marito: Paolo Barbieri, un giornalista dal carattere a volte un pò 'ombroso' ma che ha ceduto alla vitalità contagiosa di Madda.

Proprio lui, racconta oggi Maddalena, l'ha incoraggiata a scrivere. "La passione per la scrittura -dice- l'ho sempre avuta, fin da ragazza. Scrivevo di nascosto perchè in collegio me lo proibivano. Raccoglievo quello che erano le mie emozioni in quaderni dimenticati per anni. Poi Paolo (grande lettore, ndr) ha scoperto in un cassetto alcuni miei appunti adolescenziali e mi ha spronato a proseguire quello che per lui era un talento".

Ad oggi Maddalena ha pubblicato diversi volumi di poesie: 'Fluttuazioni', 'Olio'. 'Arivojo tutto', 'Testa rasata' tra gli altri. Ma Maddalena non è donna che tiene per sè nulla, neanche una dote così bella. Così, prima ancora di andare in pensione, ha cominciato a condividere il suo talento con altri. Altri 'difficili' in questo caso, detenuti. Prima ad Opera poi nel carcere di Bollate dove coordina un laboratorio di poesia unico nel suo genere in Italia, aperto a uomini e donne. Da allora sono passati dieci anni.

Ai corsi di Maddalena, su 1.200 detenuti, partecipano ogni anno più di una ventina tra uomini, ragazzi, stranieri, donne. "Non è sempre facile -racconta Maddalena- anche perchè per diversi dei miei 'ragazzi' è difficile lasciarsi andare a parlare di sè in un luogo dove, come in tutti i penitenziari, vige soprattutto la regola del machismo. Ma poi c'è chi inizia a studiare, chi si avvicina al laboratorio per curiosità e si lascia trasportare. Pian piano vengono conquistati, cominciano ad avere fiducia. Si parla, si legge, cerchiamo (sono in tre, ndr) di insegnare loro la tecnica base della scrittura poetica. Così poco alla volta gli 'allievi' cominciano a consegnare i loro pensieri che con il tempo si sviluppano in pensieri poetici".

Maddalena racconta con orgoglio casi di ragazzi eccezionali che hanno avuto risultati brillanti: "qualcuno addirittura si è innamorato di Montale". Madda sa quello che fa e non ha "pretese di recupero rispetto a chi ha davanti. L'importante per me è aiutare queste persone a raggiungere il loro intimo per capire che esiste un altro tipo di linguaggio, che non è quello della strada che conoscono loro, e un altro tipo di vita. Con il tempo il pensiero si modifica. Sono coraggiosi sai? E generosi anche. E sono io a volte a doverli ringraziare per la loro capacità di riuscire a parlare del loro lato 'oscuro', nel senso di buio, non di brutto".

"Di solito -rimarca- emergono persone fragili, deboli che non puoi non accarezzare, verbalmente è chiaro, o anche con uno sguardo, per il coraggio e l'impegno che mettono, soprattutto gli stranieri che hanno anche problemi di linguaggio" per ricostruirsi come persone migliori. Ogni fine anno il gruppo di Maddalena realizza un'antologia con i versi migliori prodotti durante il corso. E da due anni "collaboriamo con il Teatro Carcano e 'Arte in Tasca'". Maddalena è una volontaria 'pura'. E domani Milano le renderà omaggio.

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