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Da Emma Dante a Dimitris Papaioannu, al via stagione Teatro di Roma

03 ottobre 2022 | 21.16
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Al centro del nuovo progetto culturale il valore imprescindibile dell’arte dal vivo come azione collettiva, politica e poetica insieme, in grado di stimolare una visione plurale e riconnettere la relazione con il pubblico, la città e la comunità locale e internazionale

Il coreografo e regista di origine greca Dimitris Papaioannu tra i protagonisti della nuova stagione del Teatro di Roma - (foto di Julien Mommert)
Il coreografo e regista di origine greca Dimitris Papaioannu tra i protagonisti della nuova stagione del Teatro di Roma - (foto di Julien Mommert)

Da Emma Dante Giorgio Barberio Corsetti e Romeo Castellucci, da Umberto Orsini a Romeo Castellucci accanto a Dimitris Papaioannou, Glauco Mauri e Antonio Latella. Riparte la stagione 2022/2023 del Teatro di Roma che pone al centro del nuovo progetto culturale il valore imprescindibile dell’arte dal vivo come azione collettiva, politica e poetica insieme, in grado di stimolare una visione plurale e riconnettere la relazione con il pubblico, la città e la comunità locale e internazionale.

"Gli spettacoli e le attività che tessono la tela dei cartelloni, con vari fili che si intrecciano sui palchi di Argentina, India e Torlonia, affermano con forza la volontà dell’Istituzione di difendere l’arte e sostenere il lavoro delle artiste e degli artisti, insieme alle lavoratrici e i lavoratori dei teatri, per ridefinire l’identità di uno spazio di immaginazione, inclusione e creatività - si legge in una nota del Teatro di Roma - È questa una stagione di riconnessione, che nasce in un tempo di commissariamento del Teatro di Roma, dalla fine del mese di novembre dello scorso anno in continua attività sotto la guida del commissario straordinario, per proiettare verso il futuro lo Stabile nazionale impegnato - annuncia la nota- a rinsaldare il legame del teatro con il territorio e raccontare il tempo presente, sempre in dialogo tra partecipazione collettiva e rischio culturale, attraverso lo sguardo e il dinamismo intellettuale di autori e artisti".

Propositi che si riverberano in oltre 40 titoli programmati, con uno sforzo produttivo su 15 spettacoli, 26 spettacoli ospiti e altri allestimenti, per una stagione rivolta al grande pubblico del ritorno che si inaugura al Teatro Argentina il 18 ottobre con il debutto di Pupo di zucchero di Emma Dante e al Teatro India il 19 ottobre con la ripresa di Tutto brucia dei Motus. Il disegno artistico del Teatro di Roma affianca alla rilettura dei classici, affidata alla sapienza di registi e interpreti di lunga fama, nuove drammaturgie e scritture originali, con ampio spazio a talenti emergenti e ai segnali della contemporaneità, in cui si rintracciano nuove creazioni e il recupero di spettacoli dalla passata stagione, senza disperderne il valore creativo e investendo nella continuità della pratica artistica.

Tra i guest, Massimo Popolizio, Roberto Andò, Franco Branciaroli, Fabrizio Arcuri.

A partire dalla riprogrammazione in autunno delle produzioni di Fabio Condemi (Nottuari), Muta Imago (Tre sorelle), Industria Indipendente (La mano sinistra), a cui si aggiungono gli spettacoli recuperati in ospitalità di Romeo Castellucci (Bros), Sotterraneo (L’Angelo della Storia), Giuliana Musso (Dentro), Federica Santoro e Luca Tilli (Hedvig). Un impegno che traduce in azione e responsabilità pubblica i concetti di apertura, sostegno al lavoro creativo e presenza dell’Istituzione al servizio della città, in un’ottica di inclusività e pluralità del paesaggio artistico ancora segnato dall’eccezionalità del periodo emergenziale.

Il progetto produttivo si dipana attraverso il reticolato di opere firmate da registi e creatori della scena più avanzata e innovativa, diventando snodo coerente e riconoscibile della stagione con le produzioni di Giorgio Barberio Corsetti che torna con Amleto, Massimo Popolizio al debutto con Uno sguardo dal ponte e la ripresa di Furore, Valter Malosti con l’inedito Lazarus, Emma Dante in programma anche con Il tango delle Capinere, Fabio Cherstich con una moderna Cenerentola Remix, oltre alle riprese delle coproduzioni di successo dei Motus con Tutto brucia e di Lucia Calamaro con Darwin inconsolabile.

Una nutrita offerta di ospitalità completa il progetto di tessitura con cui il Teatro di Roma sostiene la creazione contemporanea, esprimendo il meglio delle proposte nazionali attraverso gli spettacoli di Roberto Andò (Ferito a morte), Clauco Mauri e Roberto Sturno (Interno Bernhard – Minetti e Il Riformatore del Mondo), Antonio Latella (Chi ha paura di Virginia Woolf), Umberto Orsini e Franco Branciaroli (Pour un oui ou pour un non) e ancora Massimiliano Civica (La stoffa dei sogni), Paola Rota (Come tutte le ragazze libere), Lucia Calamaro (Da lontano. Chiusa sul rimpianto), Fanny & Alexander (Sylvie e Bruno), Fabrizio Arcuri (Every Brilliant Thing), Liv Ferracchiati (Uno spettacolo di fantascienza), mentre la perlustrazione nello scenario internazionale attinge dalle potenti emanazioni performative di idee, estetiche e formati d’oltre confine, come gli spettacoli di Dimitri Papaioannou (Ink) e Claudio Tolcachir (Edificio 3).

Collaborazione con il Laboratorio Integrato Piero Gabrielli dedicato allo scambio fra teatro e disabilità

L’impegno produttivo del Teatro di Roma si articola anche mediante la creazione di pratiche di integrazione e partecipazione, strumenti alternativi di fruizione e percorsi formativi ormai consolidati, come il Laboratorio Integrato Piero Gabrielli dedicato allo scambio fra teatro e disabilità con il coordinamento di Roberto Gandini, la sezione per le nuove generazioni declinata a partire dal programma di spettacoli e dalla riflessione su un teatro per l’infanzia e giovani spettatori, l’orizzonte sconfinato di Grandi Pianure/Buffalo sulle nuove possibilità della danza contemporanea.

Ed ancora, il ciclo di incontri divulgativi Luce sull’archeologia, un successo senza precedenti giunto alla sua IX edizione con 7 appuntamenti in programma la domenica mattina e riuniti dal titolo Magnificenza e lusso in età romana: spazi e forme del potere tra pubblico e privato. Ed ancora, il coinvolgimento diretto dei cittadini-spettatori con le Visite Spettacolo alla scoperta dei luoghi segreti di Argentina e India.

Inoltre, il Teatro di Roma è perno della rete di connessioni e rimandi con i Teatri in Comune (Teatro Biblioteca Quarticciolo, Tor Bella Monaca, Villa Pamphilj, Globe Theatre), messi a valore dalla sinergia con Roma Capitale, assieme alla gestione diretta del Teatro del Lido, esempio di un metodo partecipato per la programmazione culturale, del Teatro Torlonia, con proposte di teatro ragazzi e interventi a carattere musicale, oltre all’attività straordinaria di formazione e programmazione espositiva del Teatro Valle Franca Valeri, in attesa dei lavori di restauro.

Casa aperta e inclusiva dei linguaggi dello spettacolo dal vivo

"Lungo tutta la stagione il Teatro di Roma riflette la sua funzione di spazio aperto e pubblico, nutrendosi delle preziose e storiche collaborazioni con istituzioni, strutture e reti che lo sostanziano e raccontano la forza, la resistenza e la capacità progettuale della nostra città - prosegue la nota del Teatro- Su questa topografia policroma, l’autunno si apre con le proposte dei cartelloni di Romaeuropa Festival tra cui, la corealizzazione dello spettacolo in prima nazionale Faith, Hope and Charity di Alexander Zeldin (dal 3 novembre all’Argentina), si conferma la relazione con Short Theatre e si rinnovano le partnership di carattere multidisciplinare con il progetto Dominio Pubblico rivolto alla creatività under 25, e con l’attivismo urbano, le associazioni cittadine, i centri sociali e poli culturali".

"La programmazione, le attività culturali, le giovani generazioni, la multidisciplinarietà, il raccordo con le periferie -continua la nota dello storico stabile- costituiscono l’impegno che il Teatro di Roma consegna alla città, un richiamo verso i nostri teatri attraverso una Stagione di grande investimento nella relazione con il pubblico e di sostegno al lavoro artistico".

Cuore del progetto produttivo del Teatro di Roma è il Teatro Argentina, propulsore del risveglio culturale e della condivisione di pratiche e saperi trasversali per offrire al pubblico del ritorno nuove esperienze d’incontro con l’arte. Una casa aperta e inclusiva dei linguaggi dello spettacolo dal vivo e di una squadra di maestri e artisti straordinari per sensibilità interpretativa e registica, affiancati da personalità creative provenienti da geografie e generazioni differenti ma che guardano insieme alle scritture più attuali e dal segno multiculturale.

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