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Gualazzi, Meta, Brondi & co.: ecco la generazione di fenomeni anni '80

01 aprile 2017 | 13.23
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Giulia Ananìa (foto di Francesca Lucidi)
Giulia Ananìa (foto di Francesca Lucidi)

di Antonella Nesi

Una nuova generazione alla conquista della scena discografica italiana: si tratta della generazione anni '80, giovani artisti capaci di unire estro creativo, capacità di scrittura e talento musicale, che nell'ultimo anno hanno avuto una grandissima affermazione. I nuovi fenomeni delle note hanno più o meno 30 anni e riescono ad associare apprezzamento della critica e amore del pubblico, tra sperimentazione ed originalità. Tra questi spicca sicuramente Raphael Gualazzi, classe 1981, l'ultimo vero 'artigiano della musica' che con il suo nuovo album "Love Life Peace" (Disco D'oro) si è imposto nell'airplay grazie al singolo di successo "L'estate di John Wayne", ribattezzato un anti-tormentone per la qualità di scrittura testuale e musicale. Spaziando tra jazz, blues, R'n'B e pop, Gualazzi è un vero talento puro che scrive, produce, compone e arrangia i suoi brani e tutti i suoi live.

Della scuderia di Caterina Caselli, vederlo suonare dal vivo, con le dita che corrono sui tasti del pianoforte in maniera travolgente, trasmette un entusiasmo contagioso. Stessa scuderia Sugar per Francesco Motta, 30 anni, 'poeta urbano', cantante, polistrumentista e autore di testi. Dopo le collaborazioni con Nada, Il Pan Del Diavolo e Giovanni Truppi, e dopo aver lavorato ad alcune colonne sonore per il cinema, il suo esordio solista, "La fine dei vent’anni" (prodotto da Riccardo Sinigallia e Targa Tenco 2016), è stato uno dei dischi italiani più apprezzati dalla critica e dal pubblico nel 2016. Nell'album convivono canzoni a cavallo tra rock, folk e pop, sospese tra spunti autobiografici e momenti più legati alla sperimentazione sonora. Un riconosciuto capolavoro di suoni e di immagini, riportati nei suoi mai scontati testi neorealisti. Le quota rosa sono ben rappresentate da Levante, al secolo Claudia Lagona, nata nel 1986 a Caltagirone. L'anima siciliana è ben visibile in lei nella sensualità del canto e in quella sperimentazione creativa, tipica del crocevia catanese. Più volte candidata alla Targa Tengo con i suoi lavori precedenti "Manuale Distruzione" (2014) e "Abbi cura di te"(2015) e attualmente in rotazione radiofonica con "Non me ne frega niente", brano che anticipa il suo nuovo atteso disco di inediti "Nel caos di stanze stupefacenti" (Carosello Records), in uscita il 7 aprile, Levante scrive, suona e canta ispirandosi a donne straordinarie della musica come Janis Joplin, Tori Amos e Alanis Morissette.

E arriva da Verona uno dei più apprezzati cantautori di oggi, si tratta di Vasco Brondi, alias "Le luci della centrale elettrica", classe 1984. E' da poco uscito il suo quarto album "Terra", un disco fatto di contaminazioni sonore, testi brillanti e visioni artistiche che aprono a nuovi e ancora inesplorati mondi musicali. In un crossover riuscito di linguaggi, Terra è anche un libro, un diario che racconta la lavorazione dell'album dal titolo "La grandiosa autostrada dei ripensamenti". Continua ricerca compositiva, originalità e un solido background culturale e personale, rendono Brondi uno dei più interessanti artisti di oggi, capace di imporsi da 10 anni con unicità sulla scena discografica e live.

Menzione speciale anche per Calcutta, nome d'arte di Edoardo D'Erme (Latina, 1989), cantautore e compositore, arrivato alla popolarità con "Mainstream" (2015, prodotto con Niccolò Contessa de "I Cani"), album che contiene i due singoli di successo "Oroscopo" e "Cosa mi manchi a fare". Il titolo dell'album sembra un presagio, ma anche un ossimoro nella sostanza, visto che proprio grazie a questo lavoro sperimentale e originale, partito dai live nei piccoli locali romani, è arrivato a segnare il sold out nei grandi club di tutta Italia. Così Calcutta oggi, a 27 anni, si può definire il simbolo della nuova scena musicale italiana che è riuscito perfettamente ad unire indie e mainstream.

L'elettronica è invece rappresentata da Cosmo, pseudonimo di Marco Jacopo Bianchi. Nato ad Ivrea nel 1982, Cosmo ha pubblicato due album da solista oltre ad essere il frontman dei Drink to me, con i quali il prossimo 26 maggio si esibirà sul palco del MiAMI Festival. Cosmo è tra i più eclettici artisti della scena musicale italiana e con l'album "L'ultima festa" (2016, 42Records) si è fatto conoscere al grande pubblico, grazie anche al traino di singoli come "Le Voci" e l'omonimo "L'ultima festa".

Del 1983, invece, è Tommaso Paradiso, frontman dei TheGiornalisti, nuovo fenomeno pop che con il tormentone "Completamente" è riuscito a sbancare l'airplay radiofonico. Il brano fa parte del quarto album della band romana, "Completamente Sold Out" (Disco D'Oro), che arriva in netta virata pop, dopo "VOL. 1" e "Vecchio" (2011), e dopo il successo di pubblico e critica di "Fuoricampo" (2014). Cantante, musicista e autore (ha scritto le parole di "Luca lo stesso" di Luca Carboni), Tommaso Paradiso è cresciuto ascoltando Dalla, gli Stadio, Venditti, Carboni e Vasco Rossi. Il prossimo 9 e 11 maggio i TheGiornalisti saranno live rispettivamente al PalaLottomatica di Roma e al Mediolanum Forum di Milano con Elisa, Luca Carboni, Fabri Fibra e Calcutta.

Dall'ultimo Sanremo arriva poi l'esplosione di due artisti differenti nell'attitudine, ma vicini nell'apprezzamento del pubblico: Francesco Gabbani (1982) e Ermal Meta (1981). Il primo, cantautore e polistrimentista (suona anche la batteria), ha vinto l'ultimo Festival con grande successo, con il brano tormentone "Occidentali's Karma", dopo aver trionfato lo scorso anno tra i Giovani. Gabbani ha saputo unire ironia, originalità e personalità, conquistando subito vaste platee. A maggio lo attende l'Eurovision Song Contest. Ermal Meta è musicista, compositore e autore. Voce riconoscibilissima e penna prolifica, è arrivato terzo all'ultimo festival di Sanremo con il brano "Vietato Morire". Oggi è uno degli autori più apprezzati della musica italiana.

Ma c'è un altro nome della 'generazione di fenomeni' legato ad un successo di Sanremo 2017: è Giulia Ananìa, classe 1984, autrice di 'Fatti bella per te', il brano che Paola Turci ha portato al Teatro Ariston e che è stato tra i più apprezzati del festival. Con una poetica e un sound che attingono sia alla musica popolare italiana che alla scena indipendente americana, ora Giulia, affermatissima autrice per altri artisti (ha scritto, fra gli altri, per Emma, Nek e diversi brani del nuovo album di Paola Turci), torna ad esprimersi in prima persona, nel nuovo album 'Come l'oro', in uscita il 21 aprile, in cui mette a frutto l'esperienza musicale e teatrale maturata e risulta convincente, intensa e autentica, come pochi. Sia come autrice che come interprete.

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