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Mo: da 'milionari dei tunnel' a senza lavoro, 44% i disoccupati a Gaza

13 giugno 2015 | 11.01
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A seguito del giro di vite attuato dall'Egitto dopo la deposizione di Morsi.

 - Xinhua
- Xinhua

Erano migliaia i palestinesi diventati ricchi, secondo gli standard della Striscia di Gaza, con il contrabbando di merci nelle centinaia di tunnel che collegavano l'enclave all'Egitto. Una prosperità da 18 dollari al giorni, ma che permetteva a molti di loro lussi quali l'acquisto di un telefono cellulare o di un gelato da 1,25 dollari. Poi è arrivata la deposizione del presidente islamico egiziano Mohammed Morsi, nel luglio del 2013, e la salita al potere dell'ex capo delle Forze Armate del Cairo Abdel Fattah al-Sisi, che per rafforzare la sicurezza del Paese ha dato il via a una distruzione massiccia dei tunnel con la Striscia di Gaza, accusati di essere usati dai miliziani di Hamas diretti nella Penisola del Sinai.

Il risultato è stato un rigonfiamento dei tassi di disoccupazione nella Striscia di Gaza, pari al 44 per cento della forza lavoro. E in generale una diminuzione del tenore di vita. Uno di questi 'milionari dei tunnel', Mohammed Sawiri, racconta al New York Times che quando era ricco aveva comprato alla sua amante un telefono cellulare e frequentava locali costosi. Aveva abbandonato gli studi a 17 anni per lavorare nei tunnel, ma ora, che ne ha 23, si è reinventato venditore di té, una tazza a 25 centesimi, per un guadagno giornaliero di cinque dollari.

Dal suo lavoro nel tunnel dipendeva anche la sorella Samia, 34 anni, madre single con sette figli che ora ha iniziato a fare e vendere sapone nel suo appartamento di Gaza per provare a mantenersi. Ha sposato la figlia adolescente e quattro dei suoi figli lavorano nel parco di Gaza. Sawiri ha poi venduto la sua moto per 1600 dollari, il suo smartphone per 130 e il suo computer per 140. Ed è tornato a vivere dalla madre.

Dai tunnel sotterranei tra la Striscia di Gaza e l'Egitto passava ogni tipo di merce: dalle mucche agli animali dello zoo, dalle automobili al cemento. Il loro boom risale a quando Israele ed Egitto imposero rigide restrizioni sul commercio e il movimento di beni e persone nel 2007, ovvero quanto il movimento islamico di Hamas ha assunto il controllo di Gaza. In seguito alla loro distruzione, alcuni uomini hanno 'sfruttato' le conseguenze della guerra dello scorso luglio con Israele, fornendo servizi alle centinaia di persone rimaste senza casa e accampate in un parco a Gaza, uno dei rari spazi verde della città. Oltre a loro, qui si riuniscono studenti e mamme con bambini, uomini ricchi e poverissimi.

E poi ci sono alcuni palestinesi in visita, magari da Rafah, dove non ci sono parchi e dove le donne non possono restare fuori casa godendo di una libertà relativa. Nel parco si trovano anche i mendicanti, coloro ai quali l'ultima guerra a strappato tutto, o baby prostitute di 15 anni appena che si concedono ai clienti per cinque dollari.

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