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Da multa Antitrust a Gdf all'Aifa, le tappe del caso Avastin-Lucentis

05 giugno 2014 | 15.20
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Da multa Antitrust a Gdf all'Aifa, le tappe del caso Avastin-Lucentis

(Adnkronos Salute) - La perquisizione della Guardia di Finanza nella sede dell'Agenzia italiana del farmaco è l'ultima tappa del caso Avastin-Lucentis, i due farmaci per cui le aziende produttrici, Roche e Novartis, sono accusate di comportamenti anticoncorrenziali. Uno è un anticorpo monoclonale, utilizzato come antitumorale, che risulta però efficace anche nella cura di alcune patologie oculari, mentre l'altro è una frazione di anticorpo, indicato per la cura della degenerazione maculare senile. Nonostante la maggior parte degli esperti concordi nel ritenere i due medicinali equivalenti nel trattamento della degenerazione maculare senile, solamente uno, il Lucentis, è stato approvato con questa indicazione terapeutica specifica.

Il sospetto che circolava tra gli esperti - in prima linea gli oculisti della Società italiana di oftalmologia (Soi) - è che Roche e Novartis abbiano ostacolato la vendita del farmaco molto più economico, Avastin (della Roche), a vantaggio del più costoso Lucentis (di Novartis). Un sospetto che ha preso corpo il 5 marzo scorso, quando l'Antitrust ha sanzionato i due gruppi per "un cartello che ha condizionato le vendite dei principali prodotti destinati alla cura della vista, Avastin e Lucentis", con una multa di oltre 180 milioni di euro. A Novartis e Roche sono state imposte sanzioni rispettivamente di 92 e 90,5 milioni di euro.

Secondo l'Antitrust, "i due gruppi si sono accordati illecitamente per ostacolare la diffusione dell'uso di un farmaco molto economico, Avastin, nella cura della più diffusa patologia della vista tra gli anziani e di altre gravi malattie oculistiche, a vantaggio di un prodotto molto più costoso, Lucentis, differenziando artificiosamente i due prodotti. Per il Sistema sanitario nazionale l'intesa ha comportato un esborso aggiuntivo stimato in oltre 45 milioni di euro nel solo 2012, con possibili maggiori costi futuri fino a oltre 600 milioni di euro l'anno". Le accuse dell'Antritrust sono state definite da Roche e Novartis "prive di qualsiasi fondamento", con conseguente ricorso al Tar del Lazio.

Ad occuparsi della vicenda non è stata però solo l'Autorità garante per la concorrenza. Anche la Procura di Roma si è mossa: aggiotaggio e truffa aggravata sono i reati che vengono ipotizzati nel fascicolo dell'indagine sui medicinali Avastin e Lucentis. Il fascicolo è affidato al procuratore aggiunto Nello Rossi e al sostituto Stefano Pesci, i due magistrati che hanno disposto la perquisizione negli uffici dell'Aifa. Qualche giorno dopo la sentenza dell'Antitrust, lo scorso 8 marzo, anche la Procura di Torino ha aperto un fascicolo per l'ipotesi di corruzione sulla base di un esposto presentato contro l'Aifa (Agenzia italiana del farmaco) e l'Ema (European medicine agency) dalla Società oftalmologica italiana.

Nel frattempo, nel bel mezzo di indagini, multe, carte bollate e ricorsi al Tar, sul caso - lo scorso 15 maggio - è intervenuto anche il Consiglio superiore di sanità. Secondo gli esperti del Css, dai dati scientifici attualmente in possesso, Avastin e Lucentis non presentano differenze statisticamente significative dal punto di vista dell'efficacia e della sicurezza, nella terapia della degenerazione maculare senile. "I dati attualmente valutabili dalla comunita' scientifica - riporta il documento del Css - evidenziano che il Lucentis e l'Avastin, pur nella diversità strutturale e farmacologica delle molecole, non presentano differenze statisticamente significative dal punto di vista dell'efficacia e della sicurezza nella terapia della degenerazione maculare senile".

Nel parere degli esperti è contenuta anche la raccomandazione a continuare la farmacovigilanza sull'Avastin e, proprio per facilitare le procedure di controllo, di utilizzare questo medicinale all'interno di "centri di alta specializzazione e, allo scopo di garantire la sterilità, il confezionamento in monodose andrà fatto nelle farmacie ospedaliere che hanno i requisiti e che ne assicurino la distribuzione".

Prima della perquisizione di questa mattina all'Aifa da parte della Guardia di Finanza, a porre l'ultimo tassello della vicenda era stato il ministero della Salute, che lo scorso 29 maggio ha chiesto a Roche e Novartis un maxi risarcimento da un miliardo e 200 milioni di euro per i danni subiti dal Servizio sanitario nazionale a seguito dei comportamenti anti-concorrenziali delle case farmaceutiche.

Richiesta di risarcimento che va quindi a sommarsi alla multa da 180 milioni di euro comminata dall'Antitrust alle due multinazionali, da cui il 5 marzo scorso ha preso avvio l'inchiesta dei magistrati romani. A seguito della delibera dell'Antitrust, il ministero della Salute ha richiesto a Roche e Novartis il risarcimento di tutti i danni patrimoniali (circa 45 milioni nel 2012, 540 milioni nel 2013 e 615 milioni nel 2014) e non patrimoniali arrecati illecitamente al Servizio sanitario nazionale.

Roche Spa, da parte sua, ha precisato di aspettare la sentenza definitiva del Tar, attesa entro l'anno, prima di procedere al pagamento della multa comminata dall'Antitrust. L'azienda sostiene, inoltre, che è difficile poter quantificare "i presunti danni" al Ssn attribuibili all'ipotetico cartello" con Novartis "in assenza di una sentenza definitiva".

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