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Il padre del cinema d'inchiesta nel ricordo di uomini delle istituzioni e amici

10 gennaio 2015 | 21.35
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FRANCESCO ROSI / - INFOPHOTO
FRANCESCO ROSI / - INFOPHOTO

Un uomo amato e stimato. Un regista e uno sceneggiatore ritenuto da tutti il padre del cinema di inchiesta, lucido e coraggioso nel raccontare gli angoli 'bui' della nostra società. Un grande di cui sentiranno la mancanza in molti, dal capo dello Stato Giorgio Napolitano ai ministri Franceschini e Orlando, dal presidente della Camera Laura Boldrini al sindaco di Napoli Luigi de Magistris, dal presidente del Senato Pietro Grasso a quello della Regione Lazio Nicola Zingaretti; da Luigi De Filippo a Ennio Morricone, da Lina Sastri a Daniele Vicari.

Con Franco Rosi, dice il Presidente della Repubblica, "suo amico di una vita" il nostro Paese "perde una delle sue voci ed energie migliori, capace di rappresentare con rigore e vigore la realtà italiana nelle sue pieghe più sottili e nelle sue contraddizioni più drammatiche. La combattività e il coraggio del suo cinema facevano tutt’uno con la passione civile di un uomo libero e indipendente, di costante e coerente impegno democratico". "È un tristissimo giorno per il cinema mondiale che vede andarsene uno dei suoi maestri", gli fa eco il ministro Franceschini. Rosi, prosegue, "è stato un grande uomo di spettacolo, ha lavorato nella sua ricca carriera con gli altri grandi protagonisti del cinema italiano ed internazionale segnando intere generazioni di cineasti e avviando, in Italia, il filone del cinema d'inchiesta". Proprio oggi, "nel giorno della sua scomparsa, è ancora forte l'attualità del messaggio di molti suoi film a partire da 'Mani sulla città'. Il suo stile elegante e indipendente ci mancheranno".

Il collega Orlando ricorda poi "il coraggio e la poesia dei suoi film" che hanno reso "l'Italia migliore. La cultura democratica - rileva - perde un maestro". E la presidente Boldrini osserva: "I film di Francesco Rosi non facevano sconti, con coraggio indagavano le ombre delle nostra società. L’impegno si elevava ad arte. Ci mancherà". Parla di "orgoglio di Napoli" il sindaco Luigi de Magistris che tristemente afferma: "Un altro pezzo della storia e della cultura di Napoli e dell'Italia intera se ne va. Francesco Rosi ci lascia però la sua immensa arte, lo sguardo attento e lucido sulla realtà italiana degli ultimi cinquant'anni. Ci lascia i suoi film, le sue opere d'arte, il suo ingegno inimitabile".

Esprime il proprio profondo dispiacere il presidente Grasso: "Mi addolora la notizia della scomparsa di Francesco Rosi, un grande interprete della cultura e dell’arte del nostro Paese. L'ultima volta che l'ho incontrato, a palazzo Giustiniani, ci eravamo fermati a parlare qualche minuto dei suoi film, soprattutto di quello a cui sono più legato, 'Le mani sulla città', e del fatto che nonostante fossero passati oltre 50 anni dalla sua prima proiezione rimaneva drammaticamente attuale. Quella pellicola all'epoca provocò molto scalpore denunciando un groviglio di intrighi tra politica, affari e mafie che, purtroppo, attanaglia ancora le nostre città".

Lo definisce "un vanto della nostra cultura" Zingaretti che ne evidenzia anche il legame "con Roma e con il nostro territorio. Rosi - aggiunge - ha raccontato con i suoi capolavori le pagine più vere, belle e drammatiche dell’Italia del dopoguerra". Ed è stato "sempre capace di trasmettere ai giovani i profondi valori che l’hanno guidato nel corso della sua carriera".

Infine i rappresentanti del suo mondo. "Con i suoi film è stato un portabandiera nel denunciare cose che andavano molto male, penso a 'Le mani sulla città', 'Salvatore Giuliano', 'I magliari'", dice l'attore e regista Luigi De Filippo, che di Rosi era "amico. Frequentavamo insieme il liceo Umberto I° a Napoli - racconta - Insomma ci conoscevamo e stimavamo da tanti anni. Ne sentirò la mancanza, ma non sarò il solo. Ha scritto pagine indimenticabili del cinema italiano. Uomo intelligente Rosi è stato un grande napoletano perché aveva l'ironia, l'umorismo, aveva quella filosofia particolarmente napoletana che gli ha permesso di girare film unici. Quando manca una grande intelligenza così, ne subisce la perdita tutta l'umanità, non solo l'Italia".

"E' un grave dolore. Francesco Rosi è stato un grande regista. Ho lavorato con lui realizzando la colonna sonora 'Dimenticare Palermo'. Era un bellissimo film. Ricordo che la mia prestazione fu semplice e non mi fece faticare molto. In quell'occasione Rosi fu molto gentile e pieno di calore - ricorda Ennio Morricone - I suoi film sono di livello altissimo. Li ho visti tutti. Rosi ha lavorato quasi sempre con il compositore Piero Piccioni che faceva delle ottime colonne sonore".

Ne evidenzia con dolcezza alcuni aspetti del carattere l'attrice Lina Sastri che ha lavorato con lui: "Francesco Rosi è stato un grande artista e uno dei grandi maestri che ho avuto l'onore di conoscere. Era un uomo timido, affettuoso ma burbero di cui, però, ho intuito le grandi e nascoste tenerezze. Insieme a Rosi, che curava la regia, ho fatto per due stagioni 'Filomena Marturano'. Io ho interpretato il ruolo di Filomena mentre Luca De Filippo ha vestito i panni di Domenico Soriano. Rosi amava il teatro. Ha messo in scena una 'Filomena Marturano' attento più alla scelta civile di Filomena di dare un cognome ai figli, e di trovare nella famiglia la giustificazione etica della sua vita. Rifuggiva dal sentimentalismo, dava molto valore all'azione, al corpo, ai gesti, alla verità e all'asciutezza dei toni". Per questo, sottolinea Sastri, è stato meno attento "all'amore di una donna nei confronti di un uomo che la ferisce".

"Ci siamo conosciuti in occasione dell'uscita di 'Diaz' - racconta Vicari - L'ho sentito una ventina di giorni fa perché volevo intervistarlo per la scuola che dirigo. Si mostrò molto disponibile ma poi, a causa delle sue condizioni di salute, non se ne fece più nulla. Il ricordo più vivido, comunque, risale ad un paio di mesi fa quando venne al Cinema America di Roma. Ai ragazzi disse parole straordinarie. In particolare, ringraziandoli, disse che vedere un film insieme significa condividere tante cose, significa condivide la vita".

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