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Da obbligo salvataggio a multe, i rilievi di Mattarella sui dl sicurezza

18 giugno 2020 | 16.23
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L'8 agosto 2019 la lettera a presidenti Camere e premier con promulgazione decreto

Fotogramma /Ipa
Fotogramma /Ipa

Nessuna valutazione nel merito delle norme, ma "rilevanti perplessità" su due profili, con la necessità quindi di una "valutazione del Parlamento e del governo" per "l'individuazione di un intervento normativo sulla disciplina in questione". Lo scriveva l'8 agosto del 2019 il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella lettera ai presidenti del Senato, della Camera e del Consiglio con la quale accompagnava la promulgazione della legge di conversione del secondo decreto sicurezza, che faceva seguito a quello dell'ottobre 2018. Provvedimento, quest'ultimo, oggetto di un intervento preventivo del Capo dello Stato, che in sede di emanazione aveva scritto al premier, Giuseppe Conte, sottolineando che, "come affermato nella Relazione di accompagnamento al decreto, restano 'fermi gli obblighi costituzionali e internazionali dello Stato', pur se non espressamente richiamati nel testo normativo, e, in particolare, quanto direttamente disposto dall’articolo 10 della Costituzione e quanto discende dagli impegni internazionali assunti dall’Italia".

Tornando al decreto legge dello scorso agosto, Mattarella segnalava innanzi tutto che "i contenuti del provvedimento appena promulgato sono stati, in sede di conversione, ampiamente modificati dal Parlamento e non sempre in modo del tutto omogeneo rispetto a quelli originari del decreto legge presentato dal governo".

RIMANE OBBLIGO SALVATAGGIO NAUFRAGHI - Mattarella segnalava in primis che permane l'obbligo di salvataggio dei naufraghi. "Come correttamente indicato all’articolo 1 del decreto convertito, la limitazione o il divieto di ingresso -scrive il Capo dello Stato- può essere disposto 'nel rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia', così come ai sensi dell’articolo 2 'il comandante della nave è tenuto ad osservare la normativa internazionale'. Nell’ambito di questa la Convenzione di Montego Bay, richiamata dallo stesso articolo 1 del decreto, prescrive che 'ogni Stato deve esigere che il comandante di una nave che batta la sua bandiera, nella misura in cui gli sia possibile adempiere senza mettere a repentaglio la nave, l’equipaggio e i passeggeri, presti soccorso a chiunque sia trovato in mare in condizioni di pericolo'”.

SANZIONI IRRAGIONEVOLI PER VIOLAZIONI ACQUE TERRITORIALI - Il Capo dello Stato sottolineava poi che "nel caso di violazione del divieto di ingresso nelle acque territoriali -per motivi di ordine e sicurezza pubblica o per violazione alle norme sull’immigrazione- la sanzione amministrativa pecuniaria applicabile è stata aumentata di 15 volte nel minimo e di 20 volte nel massimo, determinato in un milione di euro, mentre la sanzione amministrativa della confisca obbligatoria della nave non risulta più subordinata alla reiterazione della condotta".

"Osservo che, con riferimento alla violazione delle norme sulla immigrazione non è stato introdotto alcun criterio che distingua quanto alla tipologia delle navi, alla condotta concretamente posta in essere, alle ragioni della presenza di persone accolte a bordo e trasportate. Non appare ragionevole –ai fini della sicurezza dei nostri cittadini e della certezza del diritto– fare a meno di queste indicazioni e affidare alla discrezionalità di un atto amministrativo la valutazione di un comportamento che conduce a sanzioni di tale gravità".

IRRAGIONEVOLE NORMA SU OLTRAGGIO PUBBLICO UFFICIALE - Mattarella prendeva poi in considerazione la norma che rende "inapplicabile la causa di non punibilità per la 'particolare tenuità del fatto' alle ipotesi di resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale e oltraggio a pubblico ufficiale 'quando il reato è commesso nei confronti di un pubblico ufficiale nell’esercizio delle proprie funzioni'".

"Non posso omettere di rilevare -scriveva il Presidente della Repubblica- che questa norma non riguarda soltanto gli appartenenti alle Forze dell’ordine ma include un ampio numero di funzionari pubblici, statali, regionali, provinciali e comunali nonché soggetti privati che svolgono pubbliche funzioni, rientranti in varie e articolate categorie, tutti qualificati –secondo la giurisprudenza- pubblici ufficiali, sempre o in determinate circostanze". Ad esempio Vigili urbani, addetti alla viabilità, dipendenti dell’Agenzia delle entrate, controllori dei biglietti di Trenitalia, direttori di ufficio postale, insegnanti delle scuole".

"Questa scelta legislativa -secondo il Capo dello Stato- impedisce al giudice di valutare la concreta offensività delle condotte poste in essere, il che, specialmente per l’ipotesi di oltraggio a pubblico ufficiale, solleva dubbi sulla sua conformità al nostro ordinamento e sulla sua ragionevolezza nel perseguire in termini così rigorosi condotte di scarsa rilevanza e che, come ricordato, possono riguardare una casistica assai ampia e tale da non generare 'allarme sociale'". Infine Mattarella notava che l'esimente della tenuità del fatto, in modo non ragionevole, viene invece mantenuta nel caso di oltraggio a magistrato in udienza, "anche questo un reato 'commesso nei confronti di un pubblico ufficiale nell’esercizio delle proprie funzioni'".

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