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Imprese: lo studio, da project a export manager difficili da reperire

08 febbraio 2016 | 11.20
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Imprese: lo studio, da project a export manager difficili da reperire

Il veloce cambiamento delle esigenze professionali delle imprese limita il reperimento delle risorse umane. E' quanto rileva uno studio di Elan International, società di head hunter che precisa come export manager, project manager, portfolio manager e figure tecniche nell’area farmaceutica (quality e regulatory) siano profili molto richiesti, ma di difficile reperimento.

“La difficoltà di reperimento sul mercato -spiega Giuseppe Cristoferi, managing partner di Elan International- di figure professionali elevate (quadri-manager) è dovuta al veloce cambiamento delle esigenze delle aziende che va a costituire un iniziale gap tra domanda e offerta sul mercato del lavoro. Il gap tende poi a restringersi entro un certo periodo di tempo, mentre contemporaneamente si aprono nuovi fronti nella domanda".

"In questo momento storico -afferma- l’economia subisce nel suo complesso una forte globalizzazione, e in particolare l’Italia fa fronte alle aspettativa di crescita soprattutto con le esportazioni in tutte le parti del mondo. Alla ovvia necessità, quindi, di reperire export manager che conoscano bene l’inglese (cosa non scontata), si affianca la necessità di reperire personale qualificato che conosca anche altre lingue: tedesco, inglese, arabo, lingue orientali. La difficoltà di reperimento nel trovare personale dotato di skills commerciali e linguistici è elevata".

"Altre criticità -fa notare Giuseppe Cristoferi- sono rappresentate da quelle aree ad alto contenuto tecnico dove il quadro-manager ha un ruolo di project manager per lo sviluppo di un prodotto (meccanico, elettronico, chimico). Anche in questo caso, spesso la competenza di project management si affianca a una conoscenza dei mercati internazionali già comprovata. Le piccole e medie aziende poi - sostiene - cercano, con difficoltà, persone che combinino esperienze che di solito nelle grandi aziende sono separate: quality e regulatory, ad esempio, nel vasto mondo che va dal chimico/farmaceutico al mercato device, all’alimentare, o quality e farmacovigilanza".

"Ricomporre le mansioni -avverte- è una problematica ardua, e comporta un difficile reclutamento, ma le medie piccole aziende ne hanno sempre più bisogno, anche di buyer, ad esempio, che siano insieme acquisitori e logistici. I candidati buyer tendono a rivolgersi prevalentemente a gruppi di grandi dimensioni, nei quali i possibili percorsi e opportunità di carriera siano più delineati".

"La figura del buyer (e non solo) è poi -aggiunge- oggi strettamente connessa al problema del digital. Di nuovo, trovare professionalità complete su entrambe i lati suscita qualche difficoltà. Una difficoltà in un certo senso opposto è invece data dalle ricerche sul digital tout court: oggi bisogna indagare bene quale professionalità e-o quale nicchia utile emerga dall’indifferenziato mondo del digital".

"Un settore in grande sviluppo -ricorda il managing partner di Elan International- dove la domanda è superiore alle professionalità esistenti è il mondo che sta a cavallo tra l’energia e la finanza. Si fa in particolare riferimento ai trading manager dell’energia, cioè a coloro che fanno acquisti e vendite di energia elettrica e gas naturale. Nell'ambito finanziario più tradizionale, la ricerca di figure con competenza tecnica (per esempio portfolio manager) è sempre più impegnativa, data la situazione contingente del risparmio gestito", rimarca.

"Da un lato, ci sono professionisti ancora non occupati -ammette- retaggio di anni di mercato complesso, a fronte di fusioni o uscite dall'Italia di contesti esteri e che il mercato fatica a riassorbire; dall'altro, c'è richiesta di profili che, oltre a competenze tecniche (e in termini di asset class meglio se focalizzati su bond), abbiano anche doti relazionali da esprimere verso il cliente finale. Questo in particolare in contesti di private banking ove il gestore è figura al servizio e/o di supporto al private banker".

"Se poi aggiungiamo -rimarca Cristoferi- l'attenzione ai costi che continua ad essere una costante, individuare figure che presentino questa completezza di profilo ad un costo accessibile è una sfida interessante. Infine, a livello di top management per le grandi aziende, è forte la domanda non facilmente soddisfatta, di professionalità complete, ad esempio di ad/dg che comprendano bene tanto la parte commerciale che quella industriale che quella relativa agli staff, e-o di direttori di funzione che sappiano guardare all’impresa nel suo complesso pur mantenendo una forte professionalità nella funzione di propria competenza”, conclude.

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