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Dagli USA il meglio della chirurgia estetica per ringiovanire lo sguardo

29 settembre 2016 | 10.42
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Dagli USA il meglio della chirurgia estetica per ringiovanire lo sguardo

Gli italiani non rinunciano alla bellezza: nell’ultima indagine dell’International Society of Aesthetic Plastic Surgery (Isaps) l’Italia si conferma al 9° posto nella classifica dei Paesi in cui si ricorre maggiormente alla chirurgia plastica ed estetica; sono sempre di più le donne che alla soglia dei cinquant’anni decidono di ricorrere al bisturi per migliorare il proprio aspetto eliminando le rughe che appesantiscono i tratti del volto.

Uno degli interventi più chiacchierati e richiesti degli ultimi anni è la blefaroplastica, che consente di migliorare le imperfezioni di occhi e palpebre restituendo freschezza allo sguardo. Tra le numerose metodiche chirurgiche messe a punto per la blefaroplastica è doveroso citare l’apporto del Dottor Glenn Jelks, celebre luminare statunitense della chirurgia plastica perioculare conosciuto in tutto il mondo.

Nei numerosi congressi nazionali ed internazionali rivolti ai medici e chirurghi estetici in cui ogni anno è invitato come ospite e relatore, Il Dott. Jelks è ormai riconosciuto dalla comunità scientifica e medica come uno dei massimi esponenti della blefaroplastica, padre di alcune specifiche tecniche innovative in grado di “calcolare” le proporzioni di uno sguardo e, di conseguenza, di preservare le caratteristiche peculiari di ogni paziente.

Alla base della sua filosofia c’è innanzitutto un obbligo, quello del ringiovanimento consapevole e naturale. In altre parole, l’intervento chirurgico eseguito mediante le tecniche del Dott. Jelks non modifica né tantomeno snatura la peculiarità di ciascun volto data da una serie di elementi tipici dello sguardo (distanza tra i bulbi oculari, morfologia dell’occhio, tonicità di quella zona della cute definita “bordo palpebrale”, e così via) ma, al contrario, è in grado di esaltarne i tratti distintivi agendo solo sulla rimozione degli effetti che col passare degli anni la gravità produce sui tessuti cutanei.

E’ grazie al Dott. Glenn Jelks che oggi sono a disposizione due tecniche chirurgiche innovative, la cantopessi e la cantoplastica: la prima solleva lo sguardo agendo sull’angolo esterno dell’occhio ed eliminando il cosiddetto “sguardo all’ingiù” associato ad un’espressione stanca o triste, mentre la seconda rimodula la forma dell’occhio. In entrambi gli interventi è previsto un calcolo estremamente preciso per la rimozione della pelle in eccesso Lo stesso Jelks ha elaborato una serie di test per valutare correttamente l’aspetto delle palpebre e il loro stato di salute. Nella blefaroplastica superiore si valuta quanta cute e quanto grasso devono essere asportati e se sì è in presenza di una ptosi (palpebre cadenti); in quella inferiore, invece, si controlla l’integrità del muscolo orbicolare, fondamentale per ottenere un risultato estetico naturale ed armonioso. In questo modo, si elimina il rischio di procedere con un intervento che anziché migliorare lo sguardo mina la conformazione degli occhi e la resa globale dell’intervento. Oggi la blefaroplastica è a tutti gli effetti un intervento chirurgico canonizzato e standardizzato, tanto nelle metodiche e nelle tecniche esecutive quanto nella resa e nei risultati prodotti, a patto che ci si rivolga sempre ad uno specialista. I rischi di complicanze post-operatorie sono molto ridotti o quasi inesistenti, così come i tempi di ripresa e di ritorno alle normali attività della vita quotidiana sono ormai solo di alcuni giorni.

Quello però che un paziente che vuole sottoporsi ad un intervento del genere deve tenere ben a mente è che, se la blefaroplastica superiore non determina particolari rischi di incorrere in un risultato non ottimale, la stessa cosa non può essere detta per la blefaroplastica inferiore, dal momento che per eliminare i tessuti in eccesso ed il grasso a livello delle palpebre inferiori occorre valutare accuratamente non solo le caratteristiche delle palpebre inferiori (lassità verticale o orizzontale, aumento o ispessimento del muscolo che sostiene le palpebre, ecc) ma anche quelle delle guance – una zona del viso interessata da quei rigonfiamenti tipici dell’invecchiamento. Ricordiamo che a Glenn Jelks dobbiamo anche la “no touch technique”, l’intervento transcongiuntivale eseguito internamente alla palpebra attraverso la congiuntiva. Questa tecnica operatoria di blefaroplastica inferiore è usata soprattutto in presenza di borse composte esclusivamente da tessuto adiposo, senza eccesso di cute e con uno scarsissimo tono muscolare.

in collaborazione con la redazione di tuame.it

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