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Dai 'botti' alla borsa contraffatta, occhio al 'tarocco' sotto l'albero

21 dicembre 2016 | 09.39
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(Fotolia)
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Fuochi illegali, giocattoli fuori norma, accessori e capi d'abbigliamento taroccati, falso made in Italy nei prodotti agroalimentari. Anche le feste hanno i loro 'tradizionali' illeciti che muovono un giro d'affari considerevole, analizzato nell'annuale rapporto di FareAmbiente.

Iniziamo dal classico dei classici: fuochi pirotecnici, botti e affini. Qui, se il mercato legale si aggira intorno ai 100 milioni di euro, quello 'nero' parallelo vale quasi il doppio. Soprattutto in alcune città: Napoli e il suo hinterland, Bari e Palermo. Con danni non solo in termini economici ma anche di sicurezza.

La contraffazione dei giocattoli invece, fa perdere ogni anno il 15,6% delle vendite dirette del settore per un valore pari a 201 milioni di euro. Peggio di noi fanno solo Germania e Regno Unito. L’annus horribilis è stato il 2014, seguito dal 2013 e dal 2015.

Il dato più allarmante riguarda la pericolosità dei giocattoli sequestrati. Si tratta prevalentemente di prodotti verniciati con sostanze chimiche altamente cancerogene o contenenti metalli pesanti, assemblati con pezzi che si staccano facilmente e a rischio di ingestione o soffocamento, con punte aguzze o angoli taglienti. Negli ultimi cinque anni, sono stati sequestrati in media quasi 428 milioni di beni di consumo contraffatti o insicuri.

Ai giocattoli si sommano la contraffazione di abbigliamento, accessori per abbigliamento, calzature, apparecchiature elettriche, profumi, cosmetici e simili. Nell’ultimo decennio la sola Guardia di Finanza ha sequestrato oltre 310 milioni di prodotti appartenenti alla categoria moda.

Contraffazione o 'italian sounding': anche il cibo nel periodo delle feste natalizie è uno dei principali prodotti oggetto di truffe. Solo le operazioni del Corpo Forestale dello Stato, nel 2015, hanno portato al sequestro di 4mila bottiglie di olio extra vergine di oliva contraffatte e 85 tonnellate di olive illecitamente colorate con solfato di rame; a sanzioni per un totale di oltre 41mila euro per tartufi contraffatti; al ritiro dalla vendita di 1.400 kg di pasta prodotta con grano duro extracomunitario, falsamente indicato come “grano duro della Puglia”.

Secondo una stima fatta da Fareambiente in collaborazione con la testata www.frodialimentari.it, la spesa familiare per le feste si aggira intorno a una media nazionale di 700 euro, con differenze da regione a regione e per tipologia di prodotti: mentre al Nord si spenderà di più in regali tecnologici e viaggi, arrivando anche a superare i 1000 euro, al Sud si spenderà (a volte anche meno dei 300 euro) per cibo e giocattoli oltre che per i classici botti di Natale e luminarie, un po’ meno per i regali.

Il 54% del campione di fascia reddituale bassa (meno di 1000 euro) acquista giocattoli, luminarie e regali vari presso mercatini o in negozi gestiti da cinesi. Di questo 54%, il 64% non controlla se il prodotto prescelto sia a norma o meno. Il motivo? Gli acquisti natalizi sono un obbligo ma bisogna comunque rientrare nel budget stabilito.

Nelle fasce medie (da 1000 a 2000 euro) si acquistano prodotti sia nei mercatini che nei centri commerciali, ma anche in questo segmento sono in pochi a controllare (solo il 23%) se il prodotto è a norma. Si presta più attenzione agli acquisti alimentari, anche se si tende ad acquistare il pesce all’ultimo momento (spesso accontentandosi) e seguendo le offerte per panettoni e altri dolci natalizi.

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