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Libri: dal '68 a oggi Susanna Trippa racconta ‘Come cambia lo sguardo’

04 settembre 2019 | 13.02
LETTURA: 3 minuti

dettaglio della cover di 'Come cambia lo sguardo' di Susanna Trippa (Armando Curcio Editore)
dettaglio della cover di 'Come cambia lo sguardo' di Susanna Trippa (Armando Curcio Editore)

Arriva in libreria per Armando Curcio Editore ‘Come cambia lo sguardo. Gli inganni del Sessantotto’, il nuovo romanzo autobiografico di Susanna Trippa, classe 1949 con le prefazioni del senatore Ignazio La Russa e del giornalista Maurizio Gussoni. La sua è una testimonianza: bambina negli anni Cinquanta e ragazza nel Sessantotto. Le varie fasi di formazione della protagonista - dall’infanzia all’età adulta - si legano strettamente ai forti cambiamenti di sguardo che accompagnarono il periodo che va dagli anni Cinquanta a quelli di piombo nella rossa Bologna. Susanna Trippa è nata nel capoluogo emiliano.

"Nel Sessantotto ci fu un comune denominatore, che idealmente unì i ragazzi di destra con quelli di sinistra. Fu lo spasmodico desiderio di cambiare la società, di farla approdare a un diverso equilibrio tra le classi sociali. Quei ragazzi di sinistra che, nel segreto della propria stanza, sentivano Lucio Battisti, il poeta 'fascista'. E quelli di destra che, nel medesimo modo, sentivano Fabrizio De Andrè, il poeta 'comunista'", scrive Gussoni. Ma c’è di più. "Il Sessantotto visto oggi con gli occhi di una ragazza di allora che si era abbeverata ai miti dell’egualitarismo e si ubriacava, sia pur da cane sciolto come si autodefinisce, alle promesse del comunismo. La critica della scrittrice non solo al Sessantotto italiano ma anche al mondialismo e alla genesi dei 'poteri forti' appare assolutamente condivisibile. La scelta di un patriottico sovranismo (che non va confuso con un indistinto populismo) come rimedio ai guasti di cui il Sessantotto è il germe iniziale, fanno del suo libro un monito e una speranza", gli fa eco Ignazio La Russa.

"Il corpo principale del libro è la narrazione dei miei primi trent’anni di vita - confida l'autrice - Dai primi anni Cinquanta, quasi un dopoguerra, quando ancora a Bologna, negli inverni freddi, sentivo odore di frittelle impastate con farina di castagne e cotte per strada, le ’mistocchine’, fino ad arrivare al marzo del 1977 con ‘Radio Alice’ e gli Anni di piombo come una nube scura. Infine l’approdo a Bergamo e all'età adulta. In mezzo, riaprendo i cassettini della memoria, stanno l'ubriacatura del miracolo economico, il Sessantotto e quanto poi ne derivò. Un percorso di vita in quegli anni, da bambina a donna, in cui cambia lo sguardo".

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