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Milano: dal chewingum energetico agli occhiali artigianali, le nuove start up di Speed Mi Up

16 settembre 2015 | 18.12
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"Fera Libens", start up di calzature di design animal friendly

E-commerce e made in Italy. I nuovi modelli di business puntano su vendita diretta e qualità del prodotto. Queste le nuove frontiere a cui guardano le start up di "Speed Mi Up", l'incubatore di giovani imprese dell'università Bocconi che oggi ha inaugurato un nuovo spazio a Milano.

Fra le idee più innovative, Mind the gum , un chewingum energetico per gli studenti universitari che promette di aumentare concentrazione e memoria. Fra un mese sul mercato. "L'idea - spiega Giorgio Pautrie - mi è nata dopo un incidente stradale in cui ho rotto l'osso del collo. Ho dovuto interrompere gli studi per due anni, ricominciare è stata dura. Ho sperimentato un po' di integratori, da qui è nata l'idea di concentrarli in un solo confetto alla menta tascabile". Il chewingum contiene 22 componenti ed è stato messo a punto dal punto di vista farmaceutico dal marchio Farmacia Legnani.

A un target giovanile si rivolge anche Quattrocento eyewear della designer Sharon Ezra. Innamoarata del made in Italy, la giovane israeliana è entrata a gennaio nell'incubatore della Bocconi con una start up di occhiali fatti a mano da artigiani italiani. "L'idea - spiega Ezra - è quella di coniugare qualità e design moderno a un prezzo accessibile, abbattendo i costi con la vendita on line".

Gli occhiali, da vista e da sole, hanno un prezzo fisso di 115 euro e arrivano direttamente a casa del cliente in due giorni. All'eccellenza del made in Italy punta anche Fera Libens, start up di calzature prodotte con componenti di origine non animale. "Vogliamo fare una scarpa bella - dice Federico Guenzi - che assomigli ai modelli classici, non a quelli ethical faschion o alternativi a cui di solito guarda il settore".

Tra le nuove leve di "Speed Mi Up" anche "Runtime production", l'impresa di tre giovani videomaker di branded content, la nuova frontiera della pubblicità on line.

"Guardiamo all'America - spiega Vanessa Scodeggio - dove il fenomeno è già in voga da cinque anni". L'idea è quella di ribaltare il concetto tradizionale di pubblicità, creando un legame emozionale tra brand e contenuto attraverso cortometraggi, web series, docureality.

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