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Crisi: la risposta dei 'We-Traders' in mostra, dal coworking agli orti urbani

15 maggio 2014 | 13.57
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Una piazza mercato di saperi ed esperienze, un laboratorio nel quale il pubblico può imparare a coltivare un orto sul balcone di casa, ma anche contribuire a lanciare nuove proposte per spazi e progetti futuri

Crisi: la risposta dei 'We-Traders' in mostra, dal coworking agli orti urbani

Architetti, designer, artisti, agricoltori, fashion e web designer, scrittori, professionisti, attivisti o semplici cittadini che in risposta alla crisi si riappropriano degli spazi abbandonati o in disuso, condividono e mettono in piedi progetti innovativi e iniziative trasversali. Sono i cosiddetti "We-Traders", una tendenza in crescita che si merita una mostra che, dopo essere stata visitata da quasi 20mila persone a Madrid, arriva a Torino da oggi al 15 giugno.

"We-Traders. Cedo crisi, offro città", promossa e organizzata dal Goethe-Institut, è allestita nei nuovi spazi di Toolbox, a pochi minuti dalla stazione di Porta Nuova, in un'area industriale d'inizio Novecento abbandonata per anni e oggi trasformata in un grande distretto di coworking. In mostra sarà possibile vedere, toccare con mano e ascoltare le esperienze, i progetti, i sogni, i saperi e le idee di un gruppo di cittadini europei, tutti accomunati dal fatto di essere dei We-Traders.

Tra di loro ci sono naturalmente i "padroni di casa", Toolbox Office Lab & Coworking di Torino, e casi esemplari come Campo de Cebada, iniziativa di appropriazione creativa da parte di un gruppo di cittadini di un cantiere abbandonato nel centro di Madrid, vincitrice nel 2013 della Biennale di Architettura spagnola; gli Allmende Kontor di Berlino, noti per aver creato un orto collettivo nell'ex aeroporto di Tempelhof; Casa del Quartiere di San Salvario, vincitori insieme alla rete delle Case di Quartiere torinese del premio per la cultura "Che Fare". “We-Traders. Cedo crisi, offro città” mette in rete 25 We-Traders provenienti da Berlino, Lisbona, Madrid, Tolosa e Torino. Cinque città molto diverse tra loro per numero di abitanti, storia e ruolo politico. In ciascuna di esse la crisi ha un volto diverso: da conti in rosso e polarizzazione sociale a una società civile indebolita da una crescita eccessiva. Ma hanno in comune un patrimonio, spesso ancora sottovalutato, di esperienze We-Trading. Insieme alle curatrici Angelika Fitz e Rose Epple, cinque co-curatori, numerosi partner e soprattutto i We-Traders, il Goethe-Institut ha voluto dare vita a un progetto che mette in atto lo scambio fra cittadini europei e valorizza il principio della partecipazione rendendolo fruibile in modo anche giocoso per un ampio pubblico. La mostra, infatti, è stata ideata a partire dalla collaborazione fra i tanti soggetti coinvolti e dagli incontri, che nel corso di un anno e mezzo di lavoro, si sono svolti in ogni città. La mostra diventa così una piazza mercato di saperi ed esperienze, un laboratorio nel quale il pubblico può imparare a coltivare un orto sul balcone di casa, ma anche contribuire a lanciare nuove proposte per spazi e progetti futuri. La mostra itinerante, dopo Torino, farà tappa a Berlino, Lisbona e Tolosa. In ogni città che l’accoglie, la mostra assume un’identità diversa. I progetti dei We-Traders sono affiancati da opere di artisti. Al centro dello spazio espositivo, un grande tavolo di Michelangelo Pistoletto ideato per il progetto Love Difference - Movimento Artistico per una Politica InterMediterranea (2003). La forma del Mediterraneo, circondata da sedie provenienti da Paesi del Sud Europa e del Nord Africa, si propone come luogo di confronto, scambio e riflessione. Andrea Caretto e Raffaella Spagna propongono un’azione di rivitalizzazione di organismi vegetali nell’ambito del progetto Esculenta Lazzaro (2007) che farà letteralmente ‘’fiorire’’ il mercato a partire dalla raccolta di scarti di ortaggi portati dai visitatori. Lo scambio di sogni è invece il tema di “Dreams’ Time Capsule”, progetto nomade di Eva Frapiccini; all’interno di una architettura gonfiabile ognuno può raccontare un sogno che verrà registrato e catalogato entrando a far parte di una grande raccolta di sogni collettivi. Nasce dall’idea di archivio anche l’opera di Stefano Boccalini, ideata in collaborazione con lo Studio Ghigos Design. Archivio mobile è un carretto a pedali pensato per il quartiere multietnico di San Salvario a Torino e che in mostra raccoglie e distribuisce idee e proposte. Fino al 15 giugno negli spazi della mostra i svolgono anche proiezioni di film, dibattiti e incontri sul rapporto fra città e cittadino, arte e partecipazione nello sviluppo urbano, abitare come bene comune, impresa creativa e sharing economy; workshop e laboratori.

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