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Dal Giappone alla Nuova Zelanda, il top dei tatuatori alla Tattoo Expo di Roma

09 maggio 2014 | 19.36
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Dal Giappone alla Nuova Zelanda, il top dei tatuatori alla Tattoo Expo di Roma

Non è più una 'roba' solo per marinai e bulli. Per giovani arrabbiati e ribelli. I tatuaggi stanno diventando un'arte dove a parlare è la pelle. Ed i 500 maggiori tatuatori del mondo si riuniscono da oggi a Roma, per il XV International Tattoo Expo, per raccontare quella che definiscono "una rivoluzione epocale". Fino a domenica nella Capitale gli appassionati di tatuaggi potranno incontrare i migliori artisti del tatuaggio in oltre 250 stand, distribuiti in seimila metri quadri, all'Ergife Palace.

Il XV Tattoo Expo ha visto arrivare in Italia tuatuatori dal Giappone, dagli Stati Uniti, dal Canada, dall'Australia e fin dalla remota Nuova Zelanda. "La precedente edizione ha registrato oltre 15mila visitatori, quest'anno ne aspettiamo molti di più" afferma all'Adnkronos Paolo Core, la mente della convention. Che lancia un appello ai giovanissimi amanti del corpo marchiato: "Andate da artisti esperti, anche la sicurezza è un must. E per noi igiene e sicurezza sono parole d'ordine".

All'Expo c'è Antonio Proietti, pittore convertito all'arte del tatuaggio che 'disegna' la pelle con aghi e colore con la stessa leggerezza con cui fa scivolare il pennello sulla tela. Tra le star anche Alex De Pase, nel settore il suo nome fa notizia. Conosciuto in tutti Paesi, De Pase è conteso dalle maggiori Università del mondo dove tiene seminari sulla storia e sull'arte dei tatuaggi. E'considerato uno dei 5 grandi tatuatori del mondo, il top in Italia. "E' una passione esplosa fin da bambino. E' nata e non si è fermata più" dice.

Molte anche le donne tatuatrici come Claudia Ferrani. Lei sul corpo incide solo la natura: grandi fiori che si allungano fino ai piedi. Ma all'Expo non si fanno solo tatuaggi. Molte le iniziative che accompagnano questa tre giorni dell'International Tattoo Expo, a partire dagli spettacoli, alle evoluzioni circensi sui trapezi per arrivare fino al funanbolismo.

Oggi tatuarsi è una moda, ma i nostri antenati hanno iniziato a disegnarsi il corpo prima di decidere di coprirlo con pelli e stoffe. Il termine tatuaggio arriva dalla lingua polinesiana. A Tahiti, l'isola in cui la parola fu ascoltata per la prima volta dall'esploratore inglese James Cook, questo tipo di decorazione sulla pelle si chiama tatau. La radice del termine "ta" significa letteralmente 'battere, percuotere' e, secondo alcuni studiosi, indica il rumore "tat-tat" prodotto dallo strumento utilizzato per tatuare.

Oltre che in Polinesia, il tatuaggio era diffuso tradizionalmente in Giappone e presso alcuni popoli che abitavano il Circolo Polare Artico. Si hanno testimonianze di tatuaggi anche nella preistoria europea e questa antica pratica di decorazione del corpo ha avuto una grande importanza in molte culture. Tatuarsi poteva indicare l'ingresso nell'età adulta, il rango dell'individuo, ma anche la sua appartenenza a un certo gruppo di parentela. Un marchio che, ancora, oggi, esprime qualcosa della persona.

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